Sotto torchio per tre ore, poi il fermo. "Ero sul monte Serra a controllare i rami"

Il sospettato respinge le accuse. Stamani l’interrogatorio di garanzia

Giacomo Franceschi

Giacomo Franceschi

Pisa, 20 dicembre 2018 - Un caso talmente delicato da spingere persino gli avvocati di fiducia del giovane fermato ieri a valutare se sia opportuno andare avanti o se piuttosto rinunciare alla difesa. Carlo Porcaro D’Ambrosio e Alberto Giovannelli, i due avvocati di fiducia nominati ieri da Giacomo Franceschi, il 37enne sospettato di essere il piromane che appiccò l’incendio che devastò il monte Serra nella notte fra il 24 e il 25 settembre, hanno incontrato ieri mattina solo per pochi minuti il loro assistito. «Era molto provato. Ha negato assolutamente che il fatto sia doloso», è laconico l’avvocato Porcaro D’Ambrosio nel descrivere l’incontro con l’uomo, accusato di incendio boschivo e disastro ambientale. La pena prevista, se il processo che seguirà dovesse confermare la sua colpevolezza, è di almeno quindici anni di detenzione.

Per questa mattina alle 10.30 nel carcere Don Bosco è stato fissato l’interrogatorio di garanzia del presunto piromane. Gli avvocati Porcaro D’Ambrosio e Giovannelli saranno presenti e per loro sarà anche il momento per leggere le carte del fascicolo («Ancora – dichiarava Porcaro D’Ambrosio nel tardo pomeriggio di ieri – non conosciamo nulla») e per prendere una decisione definitiva: «Sulla base di quello che leggeremo – confermano – valuteremo se portare avanti la difesa». I due avvocati sono entrati nella vicenda solo martedì a tarda notte dopo il fermo e l’interrogatorio con il difensore d’ufficio nel corso del quale Franceschi è stato interrogato per tre ore dal procuratore capo, Alessandro Crini e dal pm Flavia Alemi.

Presente, in quel momento, l’avvocato Sandro Orrù, nominato d’ufficio che spiega: «Il mio assistito ha risposto a tutte le domande del pubblico ministero, con estrema calma e fornendo tutte le spiegazioni necessarie». Secondo il legale i carabinieri sarebbero risaliti a lui «al culmine di un’indagine minuziosa, fondata per lo più sulle sommarie informazioni raccolte tra i volontari dell’Antincendio boschivo, comprese quelle del mio assistito, e tra le persone residenti sul territorio. Tuttavia Franceschi ha sempre ribadito agli investigatori di non avere alcuna responsabilità per l’incendio che ha devastato il Serra». Il volontario, ha spiegato l’avvocato difensore, ha «ammesso di essere andato lungo le strade del Monte la sera del 24 settembre per controllare possibili rami pericolanti o altre situazioni di pericolo derivanti dal forte vento che imperversava in quelle ore e che purtroppo ha poi alimentato le fiamme». «Tuttavia Franceschi - ha concluso Orrù - ha spiegato di non avere alcuna responsabilità su quanto accaduto e la Procura non ha esplicitato gli indizi che ha in mano visto e coi quali al termine dell’interrogatorio ha deciso di sottoporlo a fermo».