"Tesi pisana copiata": il ministro dell'Istruzione Azzolina è sotto accusa

Lucia Azzolina, titolare di Scuola e Istruzione: molti passi del lavoro presentato a Pisa sarebbero riprodotti da testi

Il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina

Il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina

Pisa, 13 gennaio 2020 - È polemica sul neoministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che, secondo un articolo di Repubblica, avrebbe copiato parti della sua tesi per la specializzazione conseguita nel 2009 all’università di Pisa, relatore Gianluca D’Arcangelo. Dalla Lega si alza un coro unanime per chiederne le dimissioni, con Salvini che attacca: «Fare peggio del ministro Fioramonti sembrava impossibile.E invece Azzolina ci stupisce: si vergogni e vada a casa».

La diretta interessata, ad Auschwitz per accompagnare gli studenti durante il viaggio della Memoria, in un primo momento evita di replicare, ma in serata risponde: «Non fatevi prendere in giro, non e’ ne’ una tesi di laurea ne’ un plagio, ne’ nulla. Ho sentito tantissime sciocchezze in queste ore, d’altra parte non mi stupisce che Salvini non sappia distinguere una tesi di laurea da una tesi di fine relazione di tirocinio Ssis (Scuola di specializzazione all’insegnamento secondario).

Non ha mai studiato in vita sua e sarebbe strano se li distinguesse. L’unica cosa che mi dispiace è dover parlare qui Cracovia per il viaggio della Memoria ad Auschwitz. D’altra parte l’anno scorso il ministro leghista Bussetti non si è presentato. E a maggior ragione era importante che io ci fossi oggi». Tutto nasce dall’articolo in cui si sostiene che Azzolina abbia attinto informazioni per la sua tesi da numerosi manuali senza citarli, neanche nella bibliografia.

In particolare si dà conto di almeno quattro estratti, di cui si sottolinea la coincidenza con gli originali. La tesi contestata, 41 pagine intitolate «Un caso di ritardo lieve associato a disturbi depressivi», è stata realizzata in conclusione degli studi presso la Scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario della Toscana. L’alzata di scudi contro il neoministro parte dal senatore leghista, Alberto Bagnai. «Ora facciamo come la Germania, dove Guttenberg, nel 2011, si dimise», scrive su Twitter.