Metalli e tessuti, evasi 2 milioni

Il lavoro dei funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli non si è fermato durante la pandemia

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PISA

II Bel Paese conserva il poco invidiabile primato europeo in termini assoluti dell’Iva non riscossa, cioè la differenza tra il gettito atteso dall’imposta sul valore aggiunto e quella effettivamente riscossa. Un dato certificato già nel settembre scorso da un rapporto della commissione europea sul gettito in tutti gli Stati membri. Un dato. che trova pienao riscontro nell’impegno del lavoro svolto sul nostro territorio dai funzionari dell’agenzia delle dogane e dei monopoli. Nel corso del 2020 – spiega una nota – " i funzionari Adm di Pisa, nonostante il periodo emergenziale, hanno continuato con impegno e professionalità l’attività di verifiche e controlli in ambito intracomunitario, accertando un’evasione di Iva complessiva per 1.825.033 euro, che ha comportato l’erogazione di sanzioni pari a 2.842.248 euro".

L’attività svolta – in questo specificoi caso e relativamente all’area pisana – ha interessato società operanti nel commercio all’ingrosso di minerali metalliferi e metalli ferrosi e nel commercio di tessuti damascati, è scaturita da un’attenta analisi dei rischi mirata a settori ad alta evasione fiscale, attraverso un sistematico e complesso monitoraggio delle movimentazioni intracomunitarie dei beni. I risultati raggiunti – prosegue la nota – "dimostrano il continuo impegno di Adm a tutela dell’erario nazionale e dell’Unione Europea".

Un impegno ed uno sforzo nella direzione delle legalità, sempre importante, e ancora di più oggi. Un tempo nel quale la pandemia da Covid 19 ha drasticamente alterato le prospettive economiche dell’Ue ed è destinata a sferrare un duro colpo anche al gettito Iva. Un tenpo quindi nel quale il Paese non può oermettersi tali perdite proprio perchè lo stato emergenziale richiede sforzi economici sempre più importanti per traghettare cittadini e imprese oltre il Covid, tutelando in primi battuta la salute pubblica, la stabilità del tesstuto economico e l’economia legale che sarà il perno della ripartenza. Da qui la necessità di continui e capillari controlli in modo da far emergere quelle "zone grige" che potrebbero tentare di sfruttare anche il particolare momento che il territorio sta vivendo per evadere le imposte indebolendo pericolosamente le casse pubbliche.