
Antonio Logli e Sara Calzolaio (foto da "Giallo")
Pisa, 20 novembre 2020 - Logli che dal carcere si appella a Roberta perché torni, che ricorda a tutti "di essere stato il primo a essere preoccupato per la sorte di Roberta" e che – nell’esclusiva lettera pubblicata dal settimanale "Giallo" (Cairo Editore) diretto da Andrea Biavardi e da ieri in edicola – dice: "Noi l’aspettiamo e tutto si risolverebbe". Antonio Logli è stato condannato in via definitiva a 20 anni per l’assassinio e la distruzione del cadavere di quella donna a cui ora chiede di farsi viva. Non si rassegna, continua a proclamarsi innocente e vuol battersi per un processo di revisione. Di questo nuovo sfogo del marito di Roberta Ragusa ne parliamo con l’avvocato Nicodemo Genitile, presidente dell’Associazione Penelope, parte civile nei processi. Avvocato, cosa dire...? Logli grida a gran voce la sua innocenza ... "E’ un tentativo goffo di allontanare da se quella responsabilità affermata in tre gradi di giudizio. Sarei felice di sapere Roberta in un atollo, da qualche parte, a godersi la vita. Ma la storia ci dice che è morta. Roberta non aveva motivo per andare via, amava i suoi figli, non aveva amanti. Se Logli e i suoi familiari credono che possa essere viva da qualche parte dovrebbero smuovere le montagne per cercarla". Lei che idea si è fatta di questo susseguirsi di appelli di Logli? "Io credo che buttare fumogeni come sta accadendo non risolve nulla. Dire che è viva e fermarsi lì non serve a niente. Va ritrovata. Per il resto non trovo altro da aggiungere, perché non c’è altro". Crede che tutto sia finalizzato al progetto per la revisione del processo? "Guardi, io non credo che ci sarà un processo di revisione. Ci vogliono elementi e prove nuove. Se poi questo dovesse arrivare, e dovesse essere dimostrata l’innocenza di Logli, sarei il primo a chiedergli scusa, lo farei con umiltà, come uomo e come avvocato. Per il momento abbiamo solo sentito tante parole. Se io avessi un super testimone capace di scagionarmi da una vicenda del genere ci andrei anche di notte a bussare alla Corte d’appello, non perderei un secondo, l’istanza gliela porterei a mano al presidente. Oggi stiamo parlando del niente, non c’è un confronto. Quando e se ci sarà vedremo. Intanto abbiamo una sentenza definitiva, Roberta che manca e giudici di tre gradi di giudizio che hanno detto che le cose sono andate in un certo modo. Che non è quello che sostiene Logli". Carlo Baroni