di Gabriele Masiero
PISA
"Vogliamo educare all’affettività i ragazzi, perfino quelli giovanissimi, perché il dilagare dei casi di violenza sessuale che la cronaca ci racconta non può lasciarci indifferenti. E nessuno di noi è al sicuro". Frida Scarpa, assessore alle politiche giovanili è la promotrice di un programma su vasta scala al quale sta lavorando d’intesa con il sindaco e gli altri assessori che a vario titolo si integrano con questo obiettivo: Riccardo Buscemi (istruzione), Gabriella Porcaro (pari opportunità) e Giovanna Bonanno (politiche sociali), insieme a loro faranno parte della squadra anche i professionisti del codice rosa. "Dobbiamo intervenire sul degrado culturale e anche su quello familiare - spiega Scarpa - e l’arma della prevenzione e dell’educazione è, insieme alla repressione dei reati, uno straordinario strumento per provare a invertire la rotta".
Come?
"Intanto, cambiando paradigma. Dobbiamo insegnare ai giovani, fin dalle scuole medie, se non addirittura prima, che non esistono lupi e prede. I ragazzi devono imparare a rispettare i no, ma vogliamo anche insegnare alle ragazze a dirlo, a prendere consapevolezza di ciò che non deve essere ammesso. Viviamo in una società patriarcale nella quale troppo spesso certi temi vengono liquidati superficialmente. Sono orgogliosa di impegnarmi a fondo su questi aspetti che, da avvocato e giurista, dopo tanti anni di lavoro ancora mi tolgono il sonno. Le donne che subiscono uno stupro vivono un disastro emotivo per tutta la loro vita". Come si svilupperà il progetto?
"Abbiamo scritto una lettera aidirigenti scolastici chiedendo la possibilità di fare incontri nelle scuole e faremo altrettanto con l’università. Informare è indispensabile: permette di acquisire consapevolezza di sé e degli altri e affrontare con i ragazzi il tema della relazione, basata sul rispetto e sulla considerazione dell’altro non come oggetto di desiderio bensì come soggetto libero e autodeterminante, svincolandosi dall’idea del possesso e del controllo, per realizzare relazioni alla pari nella vita quotidiana e nella coppia. Lavoreremo con un team multidisciplinare composto da un infermiere, uno psicologo e un avvocato". Sarà un percorso lungo.
"Spero sia soprattutto profondo. La maggior precocità nei rapporti sessuali e la maggiore liberalizzazione di essi (rapporti con diversi partner e sempre più frequenti) porta a una ‘normalizzazione’ della sessualità: è accessibile attraverso i siti porno, condivisibile, praticabile, spesso diventa più una questione tecnica e di sperimentazione che non di affetto ed emozione. Vogliamo aiutare i ragazzi a ragionare con testa e cuore. Sempre. Concluderemo questo percorso coinvolgendo anche il teatro e cercheremo testimonial riconoscibili dalle nuove generazioni per una maggiore identificazione con il modello che proponiamo. E poi...".
E poi?
"Vogliamo che questo dialogo che instaureremo con i più giovani ci aiuti a ragionare di modelli di divertimento diversi. Più consapevoli e rispettosi di sé. Evitando gli eccessi che mettono a rischio la propria vita e quella altrui. Mi piacerebbe aprire di sera il Giardino Scotto, come luogo di sana movida e contenitore di un divertimento che vada oltre lo shottino e il tirar tardi ad ogni costo".