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La mostra denuncia di Elisabetta Susani

Inaugurata con la "Biennale di architettura", l’esposizione sarà visibile fino al 19 ottobre

La mostra denuncia di Elisabetta Susani

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Una scalinata con tanti significati, una denuncia sulla situazione politica, di povertà e di prigionia, ma anche un messaggio di speranza. Tutto nella mostra di Elisabetta Susani, inaugurata durante la Biennale di Architettura, e visibile fino al 29 ottobre al Giardino Scotto. Una serie di foto, scattate con il cuore, per mostrare la bellezza ma anche i problemi di un paese (il Perù), di una città in particolare, Lima.

Le parole di Elisabetta raccontano una società e i suoi limiti.

"Un battello insabbiatoUn’ascia piantata nella terraParadossoDiniegoFerisce, ma non gronda. Anche il sangue si secca.Un impedimento dirimente, per l’accusaCementa la disuguaglianza tra gli uguali.Può tuttavia un imputato architettonico discernere i Buoni dai Cattivi?Il Paradiso dall’Inferno, come recita la retorica del pietismo ipocrita?Non è un fronte, è resaNon minaccia né denunciaNon urla vergogna alcunaUrta, ma non indignaDi fatto, dispone il deserto delle Città Invedibili.TacitaL’illegalità legale. La legalità illegale.Quiete che duole, quassù.Abbatterlo non scalfirà ciò che irreparabilmente spacca dentro".

"Quest’anno la biennale di Architettura è dedicata alla “città condivisa“ – spiega l’artista – Gli architetti dovrebbero incessantemente porsi domande. Ho cercato di unire i temi attuali della migrazione e delle guerre. Lima è l’unico punto del paese in cui si trovano opportunità e dove è garantita la sopravvivenza. E di questo si approfittano i trafficanti di terreno, in queste aree le condizioni igieniche sono impossibili e c’è molta droga. Non c’è possibilità di evolversi da questa situazione se non con la fuga. Un muro divide la barriada dal quartiere dei super ricchi". E, allora, non resta che risalire quelle scale per capire. E agire.

A. C.