Industria pisana in chiaroscuro: "Più occupati, ma cala l’export"

Il presidente Madonna: "Flessione generalizzata per le tensioni internazionali dopo il boom del post Covid"

"Cresce l’occupazione (+2,1% rispetto al 2022) ma soffre soprattutto l’industria conciaria in un quadro generale di sostanziale tenuta del tessuto produttivo pisano nel 2023". Così il presidente dell’Unione industriale pisana, Andrea Madonna, commenta i dati elaborati dal centro studi dell’associazione tra gli industriali della provincia di Pisa.

E’ un quadro che la soddisfa?

"La crescita occupazionale nelle nostre aziende è certamente un dato positivo, sebbene sia da considerare l’incremento dell’utilizzo della cassa integrazione, in particolare nel settore della concia e della pelletteria, in sofferenza a causa della situazione internazionale e che richiederà un monitoraggio costante da parte delle istituzioni".

L’analisi del centro studi di Unione industriale pisana quali altri dati rivela?

"Fotografa un leggero calo del fatturato (-2%) e una flessione dell’export (-4%): quest’ultimo aspetto si aggancia a quanto dicevo prima e all’incertezza dovuta alle tensioni internazionali anche se il nostro territorio si pone ancora a livelli ben superiori ai periodi pre Covid con una crescita del 21% rispetto al 2019. Una contrazione maggiore si è invece verificata sulla produzione, dove pesano alcuni settori fondamentali per l’economia pisana, ma con un dato che, più in generale, riguarda anche la manifattura europea. Complici di queste criticità sono la stretta monetaria (i tassi restano alti e cala l’accesso al credito delle imprese), i costi energetici e un forte rallentamento dell’economia tedesca".

Cresce però l’occupazione.

"Ed è un dato in controtendenza e in linea con l’andamento nazionale e regionale. Il 2023 risulta infatti avere un aumento del (+2,1%), rispetto al 2022. Nel 2023, inoltre, vengono anche superati i valori occupazionali del periodo pre Covid. I valori assoluti dell’occupazione sono buoni grazie anche al fatto che i settori in difficoltà, stanno gestendo la situazione con l’utilizzo della cassa integrazione (nel 2023 sono state autorizzate 2.052.488 ore contro 1.141.582 ore nel 2022 con aumento del 79%) mentre i settori con prospettive di crescita hanno assunto laddove riescano a reperire personale. L’aumento, infine, è generalizzato e riguarda sia i contratti a tempo determinato che quelli a tempo indeterminato, mentre il settore Pelli e Cuoio nell’ultimo trimestre del 2023 ha visto triplicare il ricorso alla cassa integrazione".

Calano le esportazioni: è un dato che la preoccupa?

"In realtà no ma merita comunque di essere valutato con attenzione. E’ infatti un dato dinamico perché rispetto al 2019 il valore delle esportazioni risulta essere cresciuto del 21% e nel 2022 i valori sono ancora sensibilmente influenzati dal rimbalzo positivo post Covid. I settori principali rimangono moda, mezzi di trasporto, farmaceutico (che cresce ormai da anni) e concia".

Però registrano un segno meno anche fatturato e produzione.

"Sono numeri in linea con l’andamento regionale, nazionale e internazionale. Si mantengono positivi e migliorano i dati del settore farmaceutico e della chimica-plastica e in ogni caso il saldo negli ultimi 4 anni della produzione rispetto al 2019 risulta essere comunque positivo di circa il 10%. La contrazione del fatturato è proporzionata ai valori della produzione, considerando l’aumento dell’inflazione nell’anno 2023 rispetto al 2022".