REDAZIONE PISA

Sbanda e finisce sotto un camion in sosta. Giovane ingegnere muore sul colpo in auto

Tragedia all’altezza di Camp Darby: Guido Carmassi, 39 anni, lascia la moglie e il figlio di 4 anni. Il testimone: " Ho sentito un tonfo sordo"

Il luogo dell'incidente (foto Del Punta/Valtriani)

Pisa, 20 dicembre 2021 -  «Ho sentito una botta sorda". E’ uscito dalla base per capire e si è trovato davanti una tragedia, un’auto (una Hyundai Tucson ) incastrata sotto un camion. Dentro, il 39enne Guido Carmassi. Per l’uomo (come scriviamo anche nelle pagine nazionali ) la corsa delle ambulanze, una della Misericordia di Livorno e una arrivata da Pis, è stata inutile: è morto subito, è stato estratto senza vita dopo il lungo lavoro dei vigili del fuoco. Ancora da capire le cause dello scontro violentissimo, avvenuto in via Livornese intorno alle 12 di ieri, all’altezza di Camp Darby, direzione Pisa. Il tir era regolarmente parcheggiato fuori dall’area militare in attesa di riprendere i lavori oggi. Forse un malore o un colpo di sonno, l’ingegnere (che lavorava alla Glass service di San Miniato): sull’asfalto non sono stati trovati segni di frenata.  

Il giovane, appassionato di moto e da ragazzino a lungo nella Canottieri Giacomelli partecipando anche alle edizioni del palio di San Ranieri nella barca verde, stava tornando verso San Piero, dove abitava. Ad attenderlo a casa, c’erano la moglie Veronica e il figlio di 4 anni. Ieri nella villetta si sono radunati i parenti, addolorati ma nonostante tutto gentili. "Era ingegnere, lavorava per un’azienda", ci confermano con poche frasi. "Sua moglie non se la sente di parlare". A mezzogiorno uno dei carabinieri della base percepisce un suono strano, "un tonfo". Si affaccia e vede l’impensabile. "C’era fumo", ci racconta. Da quel momento in poi la strada si trasforma in un via vai di persone, mezzi e sirene. I soccorritori fanno il possibile, ma per estrarre la macchina e lui devono togliere un pezzo del paraurti dell’autoarticolato. Arriva anche la polizia municipale per i rilievi e per la gestione del traffico. Sembrerebbero esclusi interventi di altri nell’incidente. Alle 17, agenti e pompieri sono ancora al lavoro: chi passa nota la scena e si chiede che cosa sia successo. La notzia si diffonde, pian piano tra tanta tristezza.  

«Persona squisita", ricordano i compagni di sella. Il giovane ingegnere aveva una moto Guzzi grido 1100, il suo soprannome era infatti guido1100. Faceva parte del gruppo Grisoguzzi.it. "Se avevo un problema alla moto – ricorda uno di loro – la prima persona alla quale mi rivolgevo era Guido. Sempre disponibile". Era stato anche un appassionato di canottaggio e aveva remato fino a qualche anno fa gareggiando anche in occasione delle manifestazioni storiche pisane.  

Le indagini. Il 39enne ha sbandato improvvisamente, sull’asfalto non c’è traccia di frenata. Sarà l’eventuale autopsia, se il pubblico ministero la disporrà, a stabilire se abbia avuto prima dell’impatto un malessere. Sembrerebbe escluso il coinvolgimento di altri veicoli. I vigili urbani (ufficio incidenti) hanno analizzato la sua auto, per metà distrutta, a caccia di eventuali impatti precedenti. Senza respiro i suoi amici. "Una bella persona sotto tanti punti di vista". La famiglia pisana è conosciuta.

Antonia Casini