REDAZIONE PISA

Incidente mortale a Tirrenia, indagato il centauro livornese

La morte del nonno con il nipotino di 2 anni in braccio: il caso è nelle mani della Procura di Pisa che ha disposto l’autopsia sul 62enne pratese

Il viale del Tirreno, davanti al Bagno Meloria, luogo dell'incidente

Pisa, 27 agosto 2017 -  GIORNI di rilievi e accertamenti e, ipotesi sulle cause dell’incidente (moto contro pedoni) in seguito al quale è morto Fabrizio Barducci, in collo aveva il nipotino di 2 anni che ha protetto con il suo corpo salvandogli la vita. Adesso, però, il caso è nelle mani della Procura di Pisa che, tramite la dottoressa Flavia Alemi, ha disposto l’autopsia sul 62enne pratese, deceduto in ospedale dopo l’incidente sul viale del Tirreno del 23 agosto. Esame eseguito ieri mattina dal professor Marco Di Paolo. Dai primi risultati, è emerso che l’uomo ha subito ferite e traumi che l’hanno poi portato alla morte nelle ore successive, in ospedale.

UN INCIDENTE ricostruito dalla polizia municipale con molti aspetti da considerare. Gli accertamenti fatti per valutare lo stato psicofisico del centauro livornese, indagato per omicidio colposo (la municipale ha preso in considerazione anche l’omicidio stradale) che ha travolto nonno e nipote hanno dato tutti risultati negativi: non aveva assunto alcol né droga.

SI STA cercando di capire la velocità alla quale stava andando il motociclista, descritto come «molto colpito» da questa tragedia. L’uomo, non ci sono segni di frenata sull’asfalto, ha riferito di non aver visto nonno e bambino. Il limite, trattandosi di centro abitato, è fissato a 50 chilometri orari. Inoltre, l’incidente è accaduto intorno alle 20,30, quando la visibilità è ridotta ma a quell’ora non è ancora del tutto buio. Per legge, il pedone è tenuto ad attraversare sulle strisce, se queste si trovano a meno di 100 metri di distanza da dove è in quel momento. Per quanto è stato possibile ricostruire, Barducci si trovava a 80 metri, un’infrazione, secondo il codice della strada, ma, data la morte sopraggiunta, non sarà elevata alcuna sanzione. Si tratta comunque pur sempre di «utente debole, il pedone, appunto» e, come tale, da tutelare.

a.c.