"Il richiamo del vaccino Febbricola e dolori"

Il professor Lucchi racconta gli effetti dopo la seconda dose di Pfizer: "Ma opero i polmoni devastati dal Covid. È peggio"

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"Ho ricevuto la dose di richiamo domenica alle 12, nella prima giornata dedicata. Non ho avuto nessun problema nelle ore seguenti, tranne un leggero indolenzimento al braccio, mentre è andata un po’ peggio lunedì. Il giorno dopo la somministrazione ho cominciato ad avvertire dolori articolari e muscolari in tutto il corpo, a cui si è presto aggiunta qualche linea di febbre: ma è bastata una tachipirina perché passasse tutto. Da martedì sono tornato operativo, e sto benissimo". A parlare è il professor Marco Lucchi, 55 anni, direttore dell’unità operativa di chirurgia toracica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana.

"Ci tengo a precisare: non sono effetti collaterali importanti – dice il professor Lucchi– , e il fatto che possano verificarsi dipende comunque da caso a caso. Io, ad esempio, posso aver avuto questa reazione per essere già stato a contatto con il virus, prima ancora del paziente 1: nello screening di marzo è emerso infatti che avevo già sviluppato gli anticorpi Tutto ciò che sappiamo sulle vaccinazioni anti-Covid arriva dagli studi condotti negli Stati Uniti, tra cui la già nota possibilità di effetti derivanti dal secondo inoculo, soprattutto per i meno giovani. Il vaccino rimane l’unica arma che abbiamo per uscire da questa situazione, ma va detto che ci vorrà tempo per maturare esperienza a riguardo. La direzione tracciata è comunque giusta".

Il professor Lucchi racconta la sua personale esperienza con la vaccinazione nella pausa tra un’operazione chirurgica e l’altra. "Agli interventi che solitamente eseguo, in questo anno si sono aggiunti quelli per i reduci dal Covid. I polmoni – spiega – , nelle forme più gravi della malattia, subiscono spesso danni importanti e permanenti. Vediamo situazioni a cui non eravamo abituati prima, ed i pazienti hanno i profili più vari: ci sono over 70, ma anche ragazzi di 35 anni. Si è creato un nuovo scenario nel nostro reparto: l’impegno sul post-Covid ha inevitabilmente penalizzato i pazienti oncologici già in coda, che da questa situazione hanno subito danno".

Iacopo Catarsi