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Il primo calcolatore elettronico L’avventura pisana di "Elea 9003"

Nuovo libro di Maurizio Gazzarri. Sarà presentato a OpenPi. Dal laboratorio di Barbaricina. all’intuizione di Olivetti

Un pezzo di storia dell’informatica pisana. Martedì alle 18.30 sotto la pergola di OpenPi in piazza Vittorio Emanuele sarà presentato il nuovo libro di Maurizio Gazzarri, "Elea 9003. Storia del primo calcolatore elettronico italiano". Interverranno Angela Ricci (Edizioni di Comunità), Chiara Cini e Biancamaria Majorana. Il libro ripercorre le vicende che hanno portato alla progettazione, realizzazione e produzione del primo calcolatore italiano. Gazzarri, che già ha trattato questo argomento nel romanzo del 2018 "I ragazzi che scalarono il futuro" (Ets), premiato dalla Giuria dei Lettori del Premio Biella Letteratura e Industria, scrive un saggio di carattere divulgativo, in cui avvolge in un’atmosfera epica il lavoro di ingegneri, tecnici e industriali.

L’Elea 9003 fu fortemente voluto da Adriano Olivetti, che già nel 1949 intravedeva il futuro della sua fabbrica nel settore dell’elettronica. Dopo il tentativo negli Stati Uniti, furono aperti in Italia più laboratori: il primo a Pisa, in una villa nel quartiere di Barbaricina, e, in seguito, a Borgolombardo, nei pressi di Milano. Protagonista del progetto fu Mario Tchou, l’ingegnere italo cinese che sapeva tradurre il futuro dalla visione alla pratica. Il libro ripercorre non solo le vicende dal punto di vista scientifico e tecnologico, ma anche in relazione agli aspetti comunicativi, culturali e sociali. Una parte determinante della storia raccontata in Elea 9003 vede come scenario proprio la nostra città di Pisa.

È qui, infatti, che, alla fine del 1954, le strade dell’Università di Pisa e della società Olivetti cominciano a incrociarsi. Da quella collaborazione vedranno la luce la Cep, Calcolatrice Elettronica Pisana e l’Elea 9003, il primo computer completamente a transistor commercializzato in Italia. Nella villa di via del Capannone a Barbaricina, il gruppo di giovani guidato da Mario Tchou dette dimostrazione del valore dell’intelligenza collettiva: ingegneri e fisici provenienti da tutta Italia e dall’estero, misero a disposizione conoscenze ed esperienze diverse per raggiungere un obiettivo comune. Maurizio Gazzarri, nato e cresciuto a Volterra, si è laureato a Pisa in Scienze dell’Informazione ed è uno studioso di storia dell’informatica italiana. Dopo l’esperienza come capo di gabinetto del Comune di Pisa, conclusa nel 2018, si occupa adesso di progetti per la transizione digitale della pubblica amministrazione e per la sostenibilità.