
Il giallo di Lorenzo Casini I due profili di Dna e la nuova indagine Disposte le perizie
di Carlo Baroni
PISA
"E’ partita una nuova indagine". Lo annuncia Elisabetta Casini, pisana, e il caso è quello della morte di suo figlio Lorenzo. Il giovane fu trovato morto a 22 anni, il 3 gennaio del 2019, nella sua casa ad Albaré di Costermano, frazione in provincia di Verona. Anche Lorenzo ha abitato a Pisa i primi anni di vita. Lorenzo, appunto, bello e pieno di vita, rientrato in Italia dopo un periodo a Londra, si era messo a lavorare e voleva anche riprendere gli studi: aveva tanti sogni svaniti in una notte gelida e, secondo la madre, piena di tanti aspetti da chiarire.
Lorenzo lavorava come cameriere in un ristorante e quella notte fu trovato cadavere con il guinzaglio del cane attorno al collo dal coinquilino e collega. Per i medici e gli inquirenti il caso fu subito chiaro: il ragazzo si era tolto la vita vicino alla scala a chiocciola che unisce i due piani della casa. Ma la madre Elisabetta ha sempre avuto molti dubbi sull’ipotesi suicidio e sui fatti di quella notte. La signora Elisabetta si batte come una leonessa da quattro anni per arrivare alla verità. E per settimane, nei mesi scorsi, davanti alle richieste di archiviazione, ha raccolto firme per chiedere che il caso non venisse chiuso e si facciano ancora indagini. La nuova indagine, alla fine, è arrivata ed al momento il fasciclo è a carico di ignoti. "La Procura di Verona, sulla scorta delle prove presentate dai nostri legali, prodotte da Emme Team, ha riaperto il caso sulla morte di Lorenzo", dice la signora che ha ricevuto la notifica da qualche giorno. "Lo scorso aprile i legali e i periti nominati, hanno presentato una richiesta di riapertura indagini, dopo aver scoperto che le immagini salvate all’interno di una camera di sorveglianza, installata nell’appartamento dove fu trovato Lorenzo Casini, vennero artefatte il giorno dopo il sequestro – spiega una nota –. In aggiunta, la madre di Lorenzo, Elisabetta Casini, chiese di analizzare le prove recuperate quella sera, tra cui il guinzaglio del cane che secondo una prima ricostruzione della Procura, fu usato dalla vittima per impiccarsi".
Dalle analisi, si apprende, "sono stati scoperti due Dna maschili, non appartenenti a Lorenzo, sul guinzaglio". Tracce genetiche che ora dovranno essere identificate. "La Procura ha aperto per questo un nuovo fascicolo e affidato il caso a un nuovo pubblico ministero – si legge ancora – , che ha disposto finalmente la consegna delle nuove prove al fine di iniziare le azioni peritali". Un passaggio fondamentale, questo, per scrivere il copione della morte del giovane e dissipare tutti dubbi che ancora aleggiano sugli accadimenti di quella notte.