Il diritto di estrarre un cartellino

La designazione di arbitri donne per partite di calcio maschile solleva riflessioni sulle disparità di genere nel mondo sportivo e oltre.

di Saverio Bargagna

Alla domanda su come si sentisse ad essere la prima donna ad arbitrare una partita di calcio maschile, il direttore di gara francese Stephanie Frappard rispose in questi termini: "Non penso che faccia grande differenza, alla fine le regole del gioco non cambiano". Eppure, le regole del mondo raccontano ben altro attraverso la cronaca quotidiana. In talune situazioni e – perfino in alcuni ambiti lavorativi – i diritti delle donne sono sospesi. Alludo al diritto elementare di salire su un treno senza tremare, di indossare ciò che desidera oppure operare una libera scelta nell’ambito di una relazione. In tal senso il semplice gesto di mettere una mano in tasca ed estrarre un cartellino giallo su un terreno di gioco assurge a un significato simbolico e potente. Prova ne è quanto la città abbia parlato della designazione di Maria Sole Ferrieri Caputi destinata al match di ieri fra Como e Pisa vuoi per una questione di genere quanto – più goliardicamente – per l’origine livornese dell’arbitro. Tutti a chiedersi quanto fosse davvero preparata (o a sottolineare "la comprovata preparazione"), in pochi a chiedersi come mai questa attesa si sia protratta per 115 anni.