Giovane barbiere ucciso: 37enne a giudizio

Mourad Talbi comparirà davanti alla Corte d’assise. La moglie della vittima parte civile

Omicidio del barbiere, il 37enne di origini tunisine, Mourad Talbi, reo confesso, è stato rinviato a giudizio. Dovrà comparire davanti alla Corte d’assise. L’uomo è ora associato alla Rems. Il gip in questa fase ha ritenuto di non escludere la premeditazione. In sede di interrogatorio, assistito dall’avvocato Massimo Parenti, aveva raccontato, dopo tre notti insonni, di aver preso il coltello -poi ritrovato a pochi passi dal corpo di Halim Hamza, il parrucchiere padre di due bambini piccolissimi (un bimbo del 2021 e una del 2022) - in un negozio gestito da cinesi vicino a Massa.

Un solo colpo inferto al negoziante, senza alcuna parola come giustificazione, con una lama di 20 centimetri.

Talbi è stato sottoposto anche a perizia psichiatrica, disposta dal pubblico ministero Egidio Celano, che ne ha stabilito l’imputabilità.

La vedova si è costituita parte civile con l’avvocato Ottavio Bonaccorsi. Ha ottenuto un permesso provvisorio, era stata incontrata all’indomani della tragedia anche dall’assessore al Sociale Veronica Poli ed è stata seguita dall’Unità migranti di Pisa per le pratiche.

Mourad Talbi si era presentato poco dopo alla caserma dei carabinieri per costituirsi ("Sono stato io"). Anche se la dinamica è stata da subito chiara, è il movente che non lo è. Talbi avrebbe citato presunte violenze in passato che avrebbe subito ma il contesto non è delineato. Avrebbe riferito di avere agito così per accendere i riflettori su una presunta vicenda di abusi di cui sarebbe rimasto vittima da parte di un conoscente dell’uomo che ha poi ucciso. Le indagini sono state seguite dalla squadra mobile della questura.

A. C.