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Giovane in motorino morì sull’Aurelia, "Manovra azzardata di un'auto"

Il processo per la morte di Francesco Avino: aveva 22 anni. Alla guida dell’auto per la Procura si trovava un 34enne laziale, la compagna accusata di favoreggiamento

Il giovane morto nell'incidente

Pisa, 4 giugno 2021 - Per Francesco Avino, migliarinese, c’è un altro rinvio. Per avere qualche risposta in più sulla sua morte, si deve attende ottobre quando si terrà l’udienza preliminare che si sarebbe dovuta svolgere ieri, ma che è poi slittata perché una delle due persone coinvolte (con ruoli diversi), per la procura, nell’incidente che spezzò la vita dello studente e volontario della Pubblica assistenza di Pisa, non è stata raggiunta dalle notifiche. A ottobre 2017, il giovane universitario fu trovato a terra da un soccorritore (come lui) di passaggio sull’Aurelia, a pochi passi, fu rinvenuto il suo Liberty, ma per lui non ci fu nulla da fare.

La municipale di San Giuliano aveva intuito fin da subito che il suo viaggio verso Ingegneria (la sua facoltà) era stato interrotto all’improvviso da un ostacolo. A lungo ci si è chiesti quale.

Il giudice dovrà decidere se rinviare a giudizio per omicidio stradale, un 34enne di Ariccia (Roma). Secondo la Procura era lui alla guida dell’auto che la mattina del 5 ottobre, poco dopo le 9, sull’Aurelia, provocò, anche se non direttamente ma con una manovra azzardata, il volo sull’asfalto del ragazzo che era in sella al suo scooter.

La macchina è intestata a un cubano residente in Svizzera, lo zio della compagna 30enne, anche lei originaria del Sud America, accusata di favoreggiamento perché avrebbe detto che in quel momento non c’era il fidanzato al volante. La coppia, insomma, sarebbe stata seduta nel posto riservato ai passeggeri.

Anche lo zio in una lettera ha affermato che alla guida c’era lui e non il nipote acquisito. Versione che non convince però gli inquirenti. La ricostruzione di quanto accaduto - ha coordinato le indagini la pm Miriam Pamela Romano - si è basata sulle testimonianze e sulle perizie disposte sui mezzi.

L’udienza di ieri. La compagna, difesa d’ufficio dall’avvocato Rita Sacheli del foro di Pisa, non è stata raggiunta dalle notifiche. Da qui il rinvio. Il legale del 34enne, l’avvocato Francesco Musolino di Roma, era in videocollegamento. La famiglia di Francesco chiede da quattro anni di sapere la verità. Lo fa attraverso l’avvocato Luca Vannelli di Lucca. Gli orari. Poco dopo quel volo, arrivò un soccorritore di un’altra associazione. Fu lui a chiamare il 118 alle 9.08 con il telefono di un altro passante. La centrale operativa girò la chiamata alla Misericordia di Pisa alle 9.10.

Il tempo di salire in ambulanza e via. Per lui, però, nonostante il personale sanitario ci abbia provato con determinazione (20 minuti di manovre per la rianimazione), non ci fu nulla da fare. Ma c’erano altre persone presenti che sono state sentite.

Francesco stava andando al dipartimento di Ingegneria a Pisa, dove non è mai arrivato. Il suo percorso è durato soltanto pochi minuti. Da casa, in via Moro, fino al ponte sul Serchio. Passando per quel semaforo trovato rosso: sono stati anche visionati i filmati delle telecamere che si trovano in quel punto a caccia di qualche indizio.

antonia casini