
"Era di famiglia, non ci aspettavamo tutto questo". E’ stato il giorno, si apprende, anche dei testimoni della parte civile (assistita dall’avvocato Luca Grassini), un familiare della vittima e un’altra persona, che erano presenti quando fu aperto il cassettone e venne trovato vuoto. Non c’erano più preziosi per quasi 200 mila euro: bracciali, anelli importanti, collane, ma anche orologi Rolex, Omega e Bulova. Sentito anche l’operante di polizia giudiziaria che effettuò la perquisizione a casa della colf finita poi davanti al giudice. Siamo a Pisa, nel febbraio del 2015 e la donna di servizio, Sandra Pampana, 55 anni (assistita dall’avvocatio Nicoletta Monti), ora a processo per furto aggravato davanti il giudice Anna Fabbricatore, lavorava in quella casa da due anni. Che la famiglia era stata depredata di oggetti di valore venne fuori la sera di San Valentino. In casa nessun segno di effrazione. Quando, il giorno dopo, vennero chieste alcune spiegazioni alla donna di servizio - si apprende .- questa ammise le proprie responsabilità anche davanti a testimoni sentiti in aula. Le stesse ammissioni le avrebbe fatte alla polizia che dispose una perquisizione: a casa dell’imputata furono rinvenuti alcuni monili di poco valore, che sarebbero stati tra quelli conservati nel cassettone. Tutto il resto avrebbe preso la strada di compro oro dove l’imputata li avrebbe spicciolati: un furto che avrebbe giustificato sostenendo di trovarsi in difficoltà. Prossima udienza in estate quando il processo sarà discusso.
Carlo Baroni