Olivicoltore si laurea a 65 anni: «Ora obiettivo master a Cordova»

Raffaele Elmi: "La forza nella passione per la nostra terra"

Raffaele Elmi

Raffaele Elmi

Pisa, 17 luglio 2019 - La commissione lo guarda compiaciuta. Non è da tutti raggiungere l’obiettivo, una laurea in Agraria a 65 anni compiuti da pochissimi giorni. Impegno, continuità e una grande passione, le olive. Una esposizione molto precisa della sua tesi «Quando un batterio devasta un territorio: il caso di Xylella in Salento» e, alla fine, l’applauso per un 110 e lode dato con grande slancio a Raffaele Elmi, calcesano ormai da tantissimi anni. Lui sorride, emozionato, stringe le mani di chi ha davanti. Per primo, il suo relatore professor Giacomo Lorenzini (ordinario di Patologia vegetale, accademico dei Georgofili, Cherubino d’oro): «Mi ha seguito in questo percorso, mi ha dato un grande sostegno; il presidente di commissione Lucia Guidi e gli altri membri Manuela Giovannetti, Giovanni Rallo, Barbara Conti, Luca Incrocci. In sala, parenti e amici che lo applaudono.

Elmi con il relatore, il professor Giacomo Lorenzini
Elmi con il relatore, il professor Giacomo Lorenzini

Dopo anni come rappresentante, Raffaele ha scelto la terra. E, in particolare, la terra di Calci. Come altri ha vissuto i giorni del rogo soffrendo per i ‘suoi’ monti. «L’olivo è una pianta simbolo e sono sempre stato interessato alle specie arboree. Un amore che nasce dall’esperienza. Dallo stare giorno per giorno, per 35 anni, a contatto con le piante e anche i loro problemi. «Volevo cercare di capire meglio il funzionamento e le patologie che investono questa pianta», racconta. Passerà la giornata e parte della seguente a festeggiare con i fratelli, Simona, Cecio e Raffaella (e i relativi mariti e moglie), la compagna Anna, la mamma Mara, gli zii, i nipoti, i cugini e tutti gli altri parenti e amici che condividono i suoi interessi.

La discussione
La discussione

Ma da domani si riparte. «La mia intenzione è quella di proseguire con un master internazionale a Cordova. E’ l’unico corso magistrale che esiste in tutta l’Unione europea sull’olivicoltura. Ne fa parte anche il Coi, consiglio oleicolo internazionale, l’organizzazione di riferimento per tutti gli Stati che producono l’olio extravergine di oliva». Ma dovrà trasferirsi in Spagna? «Andrò là per gli esami. Ci sono la tele-didattica e le lezioni in streaming». Mixando così conoscenze millenarie con i mezzi di oggi. «La scienza va avanti e l’agricoltura deve fare riferimento alla ricerca scientifica e a tutto ciò che questa ci offre. Le sfide sono quelle dei cambiamenti climatici, la carenza di acqua e la crescita della popolazione. Lele, come lo chiamano tutti, ha passato anni sui libri, fra una potatura e una raccolta. «Mi facevo domande su certi comportamenti della pianta», le malattie, a caccia di prassi e procedimenti. «Le conoscenze mi hanno consentito di avere una visione completa di tutto il funzionamento». Quindi, accenna al problema Xylella che ha causato 1,2 miliardi di euro di danni. «Al momento la soluzione è impedire la diffusione su vaste aree. Diagnosticare e circoscrivere. E, in futuro, trovare una specie resistente ma la strada è lunga». Lui, però, la percorrerà.