Canale dei Navicelli a ostacoli Guai per uno yacht di 72 metri

Tra un mese l’imbarcazione dovrà raggiungere il mare per andare a Viareggio. Disagi per le condizioni i fondali, sponde e mammellonati di fango.

Canale dei Navicelli a ostacoli  Guai per uno yacht di 72 metri

Canale dei Navicelli a ostacoli Guai per uno yacht di 72 metri

Il Canale dei Navicelli, vera arteria tra la zona nautica della darsena e il mare, sta attraversando un momento delicato sia per i problemi del momento, sia per le prospettive future. Si susseguono, e qualche volta collidono, la scelta in atto della Regione Toscana per l’attraversamento stradale del canale al Calabrone per e da Tirrenia; il tante volte auspicato accesso diretto del canale in mare, senza passare dalle force caudine dei ponti girevoli alla radice della Darsena Toscana di Livorno; e le esigenze delle imprese che operano sul canale. L’arrivo in darsena pisana dell’importante e storico cantiere nautico Sanlorenzo, con un impegno finanziario di alcune centinaia di milioni e la previsione di numerosi posti di lavoro, é stato di recente formalizzato, dopo un lungo lavoro del presidente della Port Authority del canale Salvatore Pisano. Ma è chiaro che la crescita del comparto della grande nautica sollecita soluzioni non parziali per la navigabilità verso il mare di scafi sempre più grandi. Un’urgenza che ha anche una prima impegnativa scadenza: tra poco più di un mese dovrà scendere al mare un mega-yacht da 72 metri, destinato a Vireggio per le ultime finiture: e nelle condizioni dei fondali del canale, delle sponde e dei mammellonati di fango che anche le ultime piogge stanno creando, sarà un’impresa che a Pisano e al cantiere sta facendo rizzare i capelli. Gli incontri con gli enti locali competenti si stanno susseguendo, ma c’è difficoltà, ad oggi, a trovare una soluzione condivisa per interventi risolutivi.

Si lavora anche intorno alla pressante richiesta della Gas and Heat della famiglia Evangelisti per un allargamento della propria concessione su aree adiacenti, aree sottoposte a un semi-vincolo del parco naturale. Pisano e l’Authority hanno dato già il parere positivo, ma le decisioni vanno alle lunghe e l’importante impresa (costruisce grandi serbatoi criogenetici per le navi e i porti) ha urgenza; tanto da aver preso in considerazione un parziale trasferimento su aree ancora libere del porto di Piombino.

C’è infine la storia infinita dell’attraversamento stradale del canale al Calambrone: con il recente divieto di usare il ponte- ormai malmesso con molte criticità- a carichi superiori a quelli di un medio camion. Il progetto di aprire questo manufatto malmesso rendendo mobile la parte centrale- progetto sostenuto da Regione e AdSP livornese- non piace a nessuno. In alternativa sia gli Evangelisti che il presidente Pisano hanno proposto un tunnel stradale sotto il canale, che non interferirebbe né sul traffico turistico né su quello dei grandi scafi. Ma tutto ancora è da decidere.