Boicottaggio Sant'Anna - Normale, i due rettori: «La collaborazione continua»

Le risposte del direttore Luigi Ambrosio e della rettrice Sabina Nuti sul documento degli studenti della Normale che chiedono l'interruzione delle collaborazioni con la Scuola Sant'Anna per il "sostegno attivo alla filiera bellica israeliana"

Sabina Nuti e Luigi Ambrosio

Sabina Nuti e Luigi Ambrosio

Pisa, 21 marzo 2024 – Fastidio e forse anche un po' di imbarazzo. Il documento approvato dalla comunità studentesca della Normale non è piaciuto al direttore Luigi Ambrosio: «Dicono che siamo una comunità chiusa e invece da settimane le loro comunicazioni circolano in mailing list aperte a tutti e senza alcuna moderazione. Non solo, già nello scorso novembre il nostro Senato accademico chiese l'immediato cessate il fuoco condannando sia l'attacco terroristico di Hamas ma anche la risposta militare indiscriminata del governo israeliano». Ma è soprattutto rispetto al passaggio sulle attività della Scuola Sant'Anna e sui rapporti di collaborazione tra le due istituzioni accademiche che Ambrosio ha chiuso la porta agli studenti: «Si assumeranno la responsabilità delle loro affermazioni e finché sarò direttore la collaborazione ad ampio spettro su ricerca, didattica, edilizia e orientamento resterà inalterata». Infine, Ambrosio, ha ricordato che «la Normale attiverà due assegni di ricerca per la Classe di scienze politico sociali, a Firenze, a due studiosi: un palestinese e un israeliano«. Anche la rettrice della Scuola Sant'Anna, Sabina Nuti, non ha nascosto la sorpresa per le parole degli allievi normalisti. «Il dibattito pubblico - ha osservato - deve essere attento a tutti i conflitti in atto nel mondo: in Palestina, come in Ucraina. Ma anche su altre questioni cruciali che dovrebbero interessare i giovani come la condizione delle donne iraniane e quella del continente africano. Temi sui quali la Sant'Anna è attentissima da tempo». Quanto all'accusa di fare ricerca sulla filiera bellica, Nuti ha liquidato la questione come «accuse generiche che non si capisce a quali aspetti facciano davvero riferimento: noi abbiamo ben chiaro il nostro codice etico e l'impatto delle nostre ricerche nei diversi campi della scienza per dare un contributo alla società, senza contare il nostro impegno nel peacekeeping e più in generale nel perseguimento della pace anche e soprattutto attraverso la ricerca scientifica». Per questo, ha concluso Nuti, «la collaborazione con la Normale spero che possa proseguire perché rappresenta un valore aggiunto per entrambe le nostre istituzioni accademiche e un'opportunità di crescita e di scambio».

Gabriele Masiero