Ingoia un pezzo di spugna e soffoca. Bambina muore a scuola

La tragedia in pochi secondi. Inutili i tentativi di soccorso

I genitori della piccola Marianeve

I genitori della piccola Marianeve

Pisa, 3 dicembre 2016 - Era sdraiata, a terra. Sull’uscio tra la porta e il corridoio. Cercava aiuto, sicuramente cercava quell’aria che le mancava. Ma quando l’hanno vista per Marianeve, 6 anni, diversamente abile, non c’era più nulla da fare. Anche se prima le educatrici, poi il personale del 118, ci hanno provato. In tutti i modi. Con la botta tra le scapole, con la manovra di Heimlich, ma quella maledetta spugna non è uscita. E’ rimasta lì nelle vie aeree superiori di quel corpicino, che andava difeso in tutti i modi e che, invece, ora è steso immobile, a terra, con un lenzuolino bianco a coprirlo. «Com’è successo? Com’è successo?» piange la mamma Elisa Cacelli. Il marito, Domenico Parducci, la tiene per mano, lo sguardo perso nel vuoto nel ricordo del loro angelo speciale («il Signore l’ha mandata a voi perché con voi era felice», li sussurra un’amica) e mille interrogativi.

Com’è potuto succedere? Perché nessuno si è accorto che Marianeve ha preso quel pezzo di gommapiuma (sembra che nei giorni scorsi le maestre li avessero ritagliati a forma di alimenti a scopi didattici) e se lo sia messo in bocca? E, soprattutto, perché dal momento che è disabile non era controllata a vista? Interrogativi a cui ora proverà a dare una risposta il pm Giancarlo Dominijanni. Non sarà facile. Una distrazione, una fatalità, con i bambini è sempre dietro l’angolo. A casa, come ovunque. Ma Marianeve, ieri mattina, era in una scuola materna comunale. Una tragedia che «piega la città nel più profondo dolore», afferma provato il sindaco Marco Filippeschi che è subito arrivato alla scuola «Agazzi» ai Passi. L’incidente è avvenuto poco prima di mezzogiorno, in un’aula e che ora è stata posta sotto sequestro. I responsabili della scuola hanno subito avvisato le famiglie degli alunni che sono stati fatti uscire da una finestra per non far loro vedere il corpo privo di vita della loro compagna. «Cos’è successo?», chiedono i piccoli per mano alle loro mamme in lacrime. «C’è stato un incidente», sussurra una donna al suo cucciolo. E poi via, a casa, anche se non si dimenticherà mai. 

E per le scuole dell'infanzia comunali pisane è davvero un annus horribilis. A febbraio l’arresto (ai domiciliari) di una maestra (insieme ad altre due) accusata di maltrattamenti all’asilo nido del Cep, poi a giugno la ‘fuga’ di una bambina di tre anni sempre dallo stesso nido. E, ieri, la tragedia di Marianeve.