"Baby gang, almeno due i gruppi in città"

L’analisi del commissario Migliorini: "Ragazzi dai 12 ai 18 anni, già pizzicati più volte. E abbiamo già evitato una caccia all’uomo"

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di Gabriele Masiero

Un centinaio di ragazzini radunatisi all’improvviso in piazza Vittorio Emanuele e pronti a dare inizio a una vera e propria "caccia all’uomo". Anzi, in questo caso, a una ragazza. Un’adolescente che – come unica colpa – aveva quella di essersi fidanzata con un coetaneo di un gruppo ’rivale’. E’ la più recente istantanea del fenomeno delle baby gang, che da tempo si è manifestato anche a Pisa, scattata dal commissario Paolo Migliorini, comandante del Nosu, il nucleo operativo di sicurezza urbana della polizia municipale, che da mesi sta tenendo d’occhio – anche con interventi preventivi –, questo pericoloso fenomeno.

"E’ accaduto nei giorni scorsi – ha raccontato l’ufficiale, a margine della presentazione dei dati di un anno di attività della municipale – e siamo riusciti a intervenire in tempo, individuando e allontanando la ragazzina divenuta bersaglio delle attenzioni dei rivali e scongiurando una situazione di estremo pericolo". Le baby gang attive in città (e che agiscono per lo più nel centro cittadino) sono, secondo Migliorini, "almeno due o tre e composte da ragazzini tra i 12 e i 18 anni, per lo più italiani di seconda e terza generazione con genitori di origine straniera: provengono principalmente da Coltano e dal Cep, ma ci sono anche gruppi composti da minori che vivono in altre zone della città. Il loro agire talvolta trascina anche altri minorenni amici o semplici conoscenti, ma i gruppi organizzati sono sostanzialmente questi".

"Nella stragrande maggioranza dei casi – ammette il capo del Nosu – dobbiamo parlare di ragazzini che esternano il loro disagio familiare (provengono da famiglie con fedine penali fitte di reati) con atti di bullismo e attività illegali. Ma non si tratta di delinquenti incalliti, piuttosto di giovani problematici che sfogano così rabbia e disagio". Queste bande di minorenni sono sostanzialmente note al Nosu e alle altre forze dell’ordine cittadine e alcuni dei loro membri già ’pizzicati’ più volte per piccoli furti e rapine, aggressioni e altri atti di bullismo.

"Soggetti noti – ammette Migliorini – con i quali spesso cerchiamo di lavorare in termini di prevenzione, avvicinandoli per scongiurare il rischio di ulteriori reati. Il nostro è, molto spesso, un lavoro di investigazione tradizionale, fatto di raccolta di informazioni sul terreno e di azioni preventive. Un lavoro difficile ma che ci ha permesso di evitare che determinate situazioni di rischio potessero degenerare ulteriormente". Non si può escludere, ma non ci sono ancora informazioni certe, che i recenti furti avvenuti presso scuole e asili nido della città siano anche il frutto dell’azione di questi gruppi. "Non abbiamo elementi per confermarlo - conclude Migliorini - tuttavia trattandosi per lo più di intrusioni con danneggiamenti, e solo in sporadiche occasione con conseguenti furti nei plessi scolastici, riteniamo che possa trattarsi di bravate e poco altro".