Pedagogisti in supporto alla scuola a Pisa

Apei: "Protocollo avanti tutta". Appello ai vari istituti

Migration
Pisa, 14 gennaio 2022 - Anche Pisa ha i suoi rappresentanti locali che fanno parte dell’associazione pedagogisti e educatori italiani (Apei) e sono coloro che avranno un ruolo importante nel controllo sul territorio e nella partecipazione al gruppo di lavoro. Il 4 novembre 2021 ha avuto luogo il primo incontro tra l’Ufficio scolastico regionale della Toscana, le associazioni di educatori e pedagogisti e i rappresentanti del mondo accademico, "per dare inizio ad un gruppo di lavoro con lo scopo di programmare una serie di interventi e iniziative volte a rispondere all’emergenza educativa che caratterizza buona parte del territorio nazionale e anche toscano. Per la prima volta in Toscana , i pedagogisti sono chiamati a svolgere il ruolo che spetta loro, quello scolastico ed educativo, per sostenere le famiglie, gli alunni e la scuola tutta, in questo periodo di disorientamento e difficoltà collettive data dall’emergenza Covid". " Una parentesi triste – spiegano da Apei – che però ha introdotto nuove sfide, come quella dell’utilizzo delle tecnologie digitali per la didattica a distanza, e nuove emergenze educative. Assistiamo in questi mesi, quasi impotenti, ad un aumento delle difficoltà scolastiche dei nostri minori, spesso clinicamente significative. Un vero e proprio boom di diagnosi che ha portato il legislatore a porre attenzione all’ambito scolastico attraverso una serie di provvedimenti che coinvolgono più figure professionali. Ad oggi, nonostante diverse misure che coinvolgono il pedagogista, le uniche professionalità che troviamo nelle scuole, incaricate dai dirigenti, sono quelle degli psicologi che, nonostante siano figure sanitarie e non educative, si trovano a dover svolgere molto spesso un ruolo educativo, sostituendosi a figure specificamente educative e creando uno sbilanciamento nei ruoli e nelle competenze. In un contesto come questo, il legislatore ha deciso di farsi carico della questione e di investire su noi educatori e pedagogisti attraverso un protocollo di intesa “relativo all’attuazione di progetti finalizzati a promuovere l’educazione alla convivenza civile, sociale e solidale, quale parte integrante dell’offerta formativa”. L’attuazione di questo protocollo ha preso avvio con la diffusione dello stesso tramite nota informativa inviata a tutti i dirigenti scolastici della Toscana e con l’istituzione, come detto sopra, di un gruppo di lavoro tra pedagogisti e Usr. Molte sono le idee e gli obiettivi che ci poniamo, ma prima di proseguire è doveroso da parte nostra verificare sul territorio regionale a che punto sia il recepimento di questo protocollo da parte delle scuole. Vorremmo essere sicuri che i dirigenti ne condividano i bisogni e gli obiettivi, nell’ottica di mantenere come fondamento della comunità educante tutta, e nello specifico della scuola pubblica, uno sguardo squisitamente pedagogico e non solo sanitario". E ancora: "Oltre alle competenze descritte all’interno del protocollo, ricordiamo anche l’importanza che i rapporti scuola-famiglia e scuola-territorio ricoprono, sostenuti dalla normativa vigente i n materia scolastica. La qualità dei servizi che la scuola offre passa anche dalla qualità dei rapporti interni e da quella dei rapporti con l’esterno (quindi famiglie ma anche terzo settore, professionisti esterni e enti locali). La mole di lavoro che investe la scuola oggi è enorme e una figura specificamente formata, che si occupi e affianchi il personale scolastico nella gestione di specifiche dinamiche è indispensabile, in modo che ogni attore mantenga il proprio ruolo e si lavori in sinergia nell’ottica comune della massima qualità educativa. Molto spesso la figura del pedagogista è sovrapposta a quella dell’insegnante, in modo errato e superficiale. L’attribuire competenze pedagogiche agli insegnanti (coordinamento, supervisione, progettazione, consulenza e orientamento), non solo carica gli stessi di ulteriore lavoro che si aggiunge alle ore di lezione frontale, collegiali e dei consigli di classe e d’istituto ma riduce la possibilità di investire adeguatamente sulla qualità del sistema la quale è essa stessa soggetta a valutazione ministeriale, perché una buona organizzazione richiede tempo e competenze". La dad. "La stessa didattica a distanza ci ha messi davanti al bisogno di competenze digitali e alla necessità di pianificare la stessa dad in maniera efficace e inclusiva soprattutto. E dato che questa condizione pandemica pare non finire a breve, forse rafforzare il servizio alle famiglie in questi termini, può essere un contributo importante. Non è la prima volta che questa associazione si attiva su Pisa e con la Regione Toscana: ricordiamo le numerose segnalazioni fatte a vari enti a tutela dell’occupazione dei nostri colleghi ma anche altre iniziative fatte alla presenza della senatrice, pedagogista, Vanna Iori. Questa volta Apei si è attivata per verificare il reale recepimento del protocollo da parte degli Istituti scolastici a partire da Pisa e provincia. Per il momento un passo avanti verso l’apertura di un dialogo con i dirigenti scolastici è stato fatto ed ha come obiettivo quello di coinvolgere e sensibilizzare le scuole".