Addio all’artista Giuliano Vangi. Suo l’altare del Duomo di Pisa

Malato da tempo è morto all’età di 93 anni. Storica la polemica sulle opere realizzate nella nostra città

Addio all’artista Giuliano Vangi. Suo l’altare del Duomo di Pisa

Addio all’artista Giuliano Vangi. Suo l’altare del Duomo di Pisa

Si è spento ieri a Pesaro lo scultore Giuliano Vangi autore dell’altare e dell’ambone della Cattedrale di Pisa che, al tempo dell’arcirvescovo monsignor Plotti, destarono non poche polemiche perchè opere moderne, innovative, di forte rottura con la storia. Ma Vangi era così, un artista visionario, che faceva discutere.

E’ morto nella sua casa a due passi dallo studio dove concepiva le sue opere che poi a Pietrasanta realizzava: scendeva e saliva le scalette, quando ha realizzato il Cristo per la cattedrale di Seul, come un gatto. Aveva vicino la moglie Graziella, la sua ombra e la sua musa, ed i due figli Marco e Dario.

E’ morto un gigante. Vittorio Sgarbi ieri lo ha definito il Francis Bacon della scultura "l’ultimo grande. L’ho conosciuto bene Giuliano Vangi perché ero con lui quando si inaugurò il museo tutto dedicato alle sue opere ad Osaka in Giappone, e due anni fa organizzai una mostra a lui dedicata al museo di Rovereto. Se ne va l’ultimo grande della scultura. Lo omaggi Pesaro in questo anno particolare e quindi anche tutta l’Italia".

Erano mesi che Giuliano Vangi, 93enne, stava male per una forma di leucemia. Un degradare che lo ha portato verso la morte, avvenuta ieri pomeriggio.

Come tutti i grandi era modesto: "Non so se io, come altri artisti noti, sono molto più bravo e talentuoso di altri, ma nella vita di un scultore così come in quella di un pittore, conta molto anche il tuo gallerista, gli incontri e la fortuna...", diceva.

Ma la realtà era un’altra perché a Pietrasanta, nel massimo del suo splendore creativo, dalle finestre, al suo passaggio, commentavano: "Vangi, il nuovo Michelangelo".

Era l’unico artista vivente che non commetteva un’eresia rimettendo mano ai luoghi sacri della chiesa, e Pisa ne è stato un grande esempio. L’unico scultore chiamato dal Vaticano per raffigurare papa Giovanni Paolo II, una statua che apre il percorso dei musei Vaticani. Dire che ha lavorato dentro il duomo di Pisa, in quello di Padova, nella nuova chiesa dedicata a Padre Pio a San Giovanni Rotondo firmata da Renzo Piano, finendo con una gigantesca opera che andava dalle statue, agli arredi fino alle vetrate nella nuova cattedrale di Seul in Corea.

Era nato a Barberino del Mugello, Giuliano Vangi, poi aveva studiato all’Accademia di Belle arti di Firenze. Da lì, assieme a Sguanci, era arrivato a Pesaro come insegnante. Poi la partenza per il Brasile, il ritorno, quindi Graziella la donna della sua vita che lo ha inchiodato a Pesaro.

Maurizio Gennari