La rinascita di Christian. "Punto alle paralimpiadi"

Il canoista di Livorno ha perso le gambe in un incidente ma non si è arreso. Ora insegna e torna all’agonismo: "Trasformo la mia tragedia in un’occasione"

Christian Volpi (foto Enrico Mattia Del Punta)

Christian Volpi (foto Enrico Mattia Del Punta)

Pisa, 10 agosto 2021 - Le storie dietro gli atleti. Le Olimpiadi appena concluse ne hanno raccontate tantissime. E molte di più ne racconteranno le Paraolimpiadi ormai alle porte. Come quella che Christian Volpi ha deciso di fare con se stesso. Lanciando un messaggio che vuole essere limpido come i suoi occhi: "Per essere felici basta volerlo". Lui adesso non ha più le gambe ma una serenità che, forse, prima era solamente un miraggio. Le Paralimpiadi di canoa, invece, sono un sogno "non irrealizzabile". La sua vita sconvolta farà da ‘motore’, la forza di volontà la benzina. Christian, livornese, è nato il 4 novembre 1998 ed è rinato il 12 maggio 2021. Prima era un allenatore di canoa, poi il violento schianto con il suo scooter lo ha reso ancora più forte. Un nuovo inizio. E una raccolta fondi, lanciata dagli amici nelle ore immediatamente successive all’incidente, che ha superato in pochissimo tempo i 150mila euro. Affetto infinito. Obiettivo 1: le protesi. Per tornare a camminare. Obiettivo 2: il ritorno all’agonismo.

Christian Volpi (foto Enrico Mattia Del Punta)
Christian Volpi (foto Enrico Mattia Del Punta)

"Ogni tragedia può trasformarsi in un’occasione" ripete Christian, sportivo nel senso più vero del termine. Il campo di allenamento sarà esattamente tra Pisa e Livorno, lungo il canale dei Navicelli. A Tombolo ieri è stata, infatti, ufficializzata la nascita del terzo centro Coni in Italia per la pratica sportiva di canoa e kayak, dopo quello dell’Idroscalo di Milano, dove si svolgeranno i mondiali del 2025, e a quello di Roma Castel Gandolfo, dove si sono svolte le Olimpiadi del Sessanta. Qui Christian Volpi continuerà a collaborare come allenatore delle nuove leve affiancando il papà Roberto – presidente del circolo di Tombolo -, allenandosi lui stesso in direzione Parigi 2024. Potrà iniziare da settembre, con l’ok dei medici. E il suo percorso sarà una testimonianza di tutto quello che – ancora nel letto di ospedale - aveva voluto trasmettere, appagato e confortato dall’affetto della sua famiglia: "Ho perso le gambe, ma non il cuore – queste erano state le sue parole a caldo, lasciate sui social - Quindi vorrei cominciare a sfruttare questa seconda vita da qui, dicendovi solo una parola: Amate. Amate il più possibile, perché la vita è troppo breve per essere mangiata dall’odio, dall’avidità, da tutti quei pensieri negativi che ognuno si porta sempre dietro come un grosso macigno che pesa sulla schiena. Imparate ad apprezzare qualsiasi cosa la vita vi ponga davanti, dal più particolare al più banale dei gesti. Un fiore bellissimo, un tramonto,un abbraccio, il sorriso di un bambino".

L’acqua, la canoa, i giovani talenti che condividono la sua stessa passione, tutti quegli atleti diversamente abili che desidereranno mettersi alla prova come sta facendo Christian con la grinta di un leone e l’entusiasmo di un bambino. "Non ero un campione, i miei tempi da atleta normodotato non erano certo da Olimpiadi. Ma ora voglio provarci. Impossibile, con quello che mi è successo, è solo una parola". Quasi priva di senso.