Una raffica di decreti ingiuntivi Nel 2016 la situazione degenera e le perdite superano 5 milioni

La società ne ha ricevuti 13 solo in quell’anno. Critiche dal collegio sindacale per i ritardi nella convocazione dell’assemblea dei soci Regione e Comune. "Troppa disorganizzazione".

Una raffica di decreti ingiuntivi  Nel 2016 la situazione degenera  e le perdite superano 5 milioni

Una raffica di decreti ingiuntivi Nel 2016 la situazione degenera e le perdite superano 5 milioni

Nel 2016 la situazione finanziaria delle Terme si aggrava: a fine anno risultano pendenti 13 decreti ingiuntivi per un importo complessivo di un milione e 40.687,10 euro. La relazione relativa al concordato preventivo della società, redatta dal commissario giudiziale, il commercialista empolese Alessandro Torcini, prosegue in maniera dettagliata il racconto degli ultimi anni.

"La situazione economica – prosegue il professionista incaricato dal tribunale – si aggrava, facendo registrare una perdita di 5 milioni e 333.359 euro. Inizia poi un fenomeno che proseguirà per tutti gli anni successivi: i ritardi nella predisposizione e nell’approvazione dei bilanci, fino a quelli del 2020 e del 2021 che addirittura non vengono approvati dai soci. Iniziano poi cambiamenti nell’applicazione dei principi contabili: nella nota integrativa di dà atto che è stata condotta una stima sul valore recuperabile dei beni immobili di proprietà al fine di accertare se vi era una riduzione di valore ovvero se il valore contabile di un’attività eccedesse il valore recuperabile. Si riferisce che è stato rilevato che il valore determinato per alcuni era risultato inferiore a quello scritto in bilancio, ma che non era stata condotta alcuna svalutazione, perché, se si consideravano gli immobili in classi omogenee, la somma algebrica dei valori evidenziava una plusvalenza, giacché alcuni di essi hanno valori stimati superiori. L’amministratore riferisce che questo ha costituito una deroga ai principi contabili di riferimento, ispirati a criteri di prudenza, che impongono di calcolare i soli elementi negativi e non anche quelli positivi".

"Nella nota integrativa – scrive ancora – si evidenziano gli effetti sul patrimonio netto che avrebbe avuto una diminuzione di ben 12 milioni e 957.427, assestandosi a un valore di 12 milioni e 490.764 e quindi con una perdita superiore a un terzo del capitale sociale".

Il collegio dei sindaci revisori riferisce che in più occasioni ha evidenziato la gravità dei ritardi nella predisposizione del bilancio e nella convocazione dell’assemblea degli azionisti per la sua approvazione. "L’amministratore – scrive l’organismo di controllo – ha giustificato il ritardo con la necessità di periziare l’intero patrimonio immobiliare della società e la partecipazione in Gestioni Complementari [altro società totalmente controllata dalle Terme, ndr], valutazione peraltro già richiesta dalla società di revisione, dagli azionisti e dal collegio sindacale. A ulteriore giustificazione, l’amministratore ha evidenziato la necessità di verificare, prima della predisposizione del bilancio, la conservazione del requisito di continuità aziendale, anche alla luce del piano di risanamento commissionato dalla società all’advisor Stefano Pozzoli. Su quest’ultimo punto, l’amministratore ha più volte convocato, anche su convocazione del collegio sindacale, l’assemblea degli azionisti".

"Il collegio sindacale, insieme alla società di revisione – prosegue la disamina – è stato sicuramente protagonista nel richiedere le perizie del patrimonio immobiliare e mobiliare della società, così come ha più volte sollecitato la redazione di un piano di risanamento. Tali doverosi adempimenti non giustificano assolutamente i ritardi registrati nella predisposizione del bilancio 2016 e nella conseguente convocazione dell’assemblea ha la sua approvazione. Questi trovano la loro causa in carenze organizzative, amministrative e decisionali più volte evidenziate dal consiglio".

Il collegio sindacale ricorda che "dalla relazione sulla gestione non risultano predisposti specifici programmi di valutazione del rischio di crisi aziendale. Resta molto preoccupante l’indebitamento della società che, tra l’altro, non puoi trovare attenuazione nei flussi finanziari derivanti dalla gestione caratteristica al 31 dicembre 2016, ancora negativi. Dal rendiconto finanziario all’interno del fascicolo di bilancio, emerge un’erosione di risorse per circa 432mila euro che spiega la gravità in termini di equilibrio finanziario. Sul punto della continuità aziendale, il collegio sin dal suo insediamento ha evidenziato e sensibilizzato l’amministratore e gli azionisti sul preoccupante indebitamento e sulla gravità della situazione finanziaria della società, per di più in presenza di un andamento economico da sempre deficitario, criticità tali da fare venire meno i presupposti di continuità aziendale, senza l’assunzione degli ulteriori provvedimenti".

Daniele Bernardini