La chiesa di San Pietro Apostolo, a Montecatini Alto, non è riuscita a contenere i familiari, gli amici e i compagni della sezione del Nucleo di emergenza radiomobile, venuti ieri mattina a dare l’ultimo saluto a Simone Spinosi, il giovane scomparso ad appena 36 anni, dopo oltre due mesi di agonia in seguito all’incidente in cui era rimasto coinvolto lo scorso maggio. Il momento più toccante è stato quando, durante la cerimonia, alcuni amici sono saliti all’altare per leggere una bellissima preghiera a lui dedicata. Le facce di tutti i presenti erano solcate da un profondo dolore, soprattutto quelle dei familiari che, in queste lunghe settimane, hanno sperato che potesse riprendersi. Purtroppo non è andata così. All’uscita della cerimonia, le sirene dei mezzi del Nucleo di emergenza radiomobile lo hanno ricordato e salutato per l’ultima volta.
Il dolore era palpabile anche tra chi lo aveva appena conosciuto, perché Simone era un ragazzo molto estroverso e scherzoso, e amava fare battute. Anche se, come hanno ricordato diversi amici, aveva i suoi momenti di profonda malinconia. La ex compagna e la figlia, alla quale era legatissimo, tanto da averle dedicato teneri pensieri sui social network, vivono in provincia di Lucca. La vita di Simone era scandita tra il lavoro al bar Le Panteraie della Casina Rossa, dove lavorava insieme alla madre, e l’attività di volontario alla sezione di Montecatini del nucleo di emergenza radiomobile.
L’incidente che lo ha portato alla morte è avvenuto il 16 maggio scorso in viale Diaz, all’incrocio con viale Colombo, all’altezza della sede della Fondazione Vival Banca, in direzione della Funicolare. Tutti i passanti presenti quella sera temettero subito che l’uomo fosse morto sul colpo. Sul posto, in seguito alla chiamata al numero di emergenza 112, giunsero l’automedica e le ambulanze della Società di Soccorso Pubblico di Montecatini e della Pubblica Assistenza Monsummano. Sul posto arrivò anche una volante del commissariato insieme ai vigili del fuoco. Simone fu rianimato e portato al San Jacopo in condizioni critiche. All’ospedale di Pistoia ha lottato fra la vita e la morte per oltre due mesi, ma non ce l’ha fatta.
Daniele Bernardini