REDAZIONE MONTECATINI

Tornano i russi? La città rimane scettica

Malgrado il via libera all’ingresso col vaccino Sputnik, gli albergatori criticano l’obbligo di sottoporli ai tamponi durante il soggiorno

La decisione del Governo Draghi di permettere l’ingresso in Italia anche ai russi vaccinati con Sputnik rappresenta senza dubbio una bella notizia per il turismo. A Montecatini però la notizia non è stata accolta con particolare entusiasmo degli albergatori, preoccupati che le regole per usufruire di questa possibilità non rappresentino un vero incentivo a soggiornare bel nostro paese.

Carlo Bartolini, presidente di Federalberghi Apam, illustra gli aspetti che lasciano più perplessi i titolari delle strutture ricettive. "Le persone alle quali è stato somministrato Sputnik– spiega – se non sono state vaccinate da non più di sei mesi dovranno sottoporsi a un tampone rapido ogni 48 ore o molecolare ogni 72. Chi è guarito da non più di sei mesi non deve fare queste verifiche, che vanno fatte se la negatività dal virus è superiore a sei mesi. Come se non bastasse, i certificati relativi all’avvenuta vaccinazione o alla data di guarigione, dovranno essere rilasciati da apposite strutture in lingua inglese o con una traduzione giurata. È vero, come dicevano i nostri vecchi, che pan bagnato è meglio di nulla, ma la questione è complessa e rischia di far venire meno turisti russi in Italia. Tra i nostri mercati di riferimento c’è anche l’Ucraina, dove il sistema di vaccinazione è avvenuto con le nostre stesse modalità. Ma le tensioni con la Russia rischiano di far saltare le prenotazioni per la bella stagione".

Antonio Mariotti, presidente di Promozione Albergatori Montecatini, spera che il mercato russo possa ritornare ai livelli del 2019. "Ma certezze non ne abbiamo – sospira – anche se la speranza è l’ultima a morire. C’è poi da vedere come andrà a svilupparsi la situazione in Ucraina. Attendiamo con ansia, segnali al momento non ce ne sono".

Fabio Cenni, presidente di Assohotel Confesercenti, ha analizzato con attenzione, insieme agli iscritti, la normativa appena approvata. "Obbligare le persone a fare il tampone ogni 48-72 ore – afferma – non è comodissimo. Oltretutto, a parte il poter stare in albergo, non sappiamo ancora in quali luoghi, penso anche a locali e ristoranti, potranno entrare gli eventuali turisti russi. Le persone guarite da pochi mesi potrebbero rappresentare una buona clientela, vista la possibilità di effettuare riabilitazione post-Covid alle Terme".

Sabrina Gilardi, capogruppo della sezione turismo di Confindustria Toscana Nord, è preoccupata anche per le condizioni di accesso di altri turisti stranieri in Italia. "All’estero – spiega – la certificazione relativa alle prime due dosi dura nove mesi, invece che sei come da noi. Rischiamo di rendere più appetibili paesi concorrenti, in un momento in cui non possiamo permettercelo. Anche i numerosi tamponi a cui dovrebbero sottoporsi i turisti russi non faciliteranno le presenze".

Daniele Bernardini