Saturno Buttò in mostra a Villa Martini

Saturno Buttò   in mostra  a Villa Martini

Saturno Buttò in mostra a Villa Martini

Una croce latina intersecata da una falce di luna con le punte rivolte verso il basso. È la firma, dal forte simbolismo anche alchemico, dell’artista veneto Saturno Buttò che è possibile rinvenire una o più volte su ognuna delle opere allestite al Museo di arte contemporanea e del Novecento di villa Martini. La mostra "Amore sacro e amor profano", curata da Rocco Normanno e Silvia Di Paolo con la collaborazione di Claudio Della Bartola, si inaugura oggi alle 17 alla presenza dell’artista e sarà visitabile fino al 24 settembre.

Una figura femminile voltata di schiena e con grandi corna evocative di rimandi satanisti sulle tonalità calde del rosso è il primo quadro che il visitatore si troverà davanti varcando la soglia della mostra, per poi continuare con l’opera che dà il soggetto alla locandina: una donna dai tratti scheletrici con forbici chirurgiche al posto degli orecchini e appese al collo come collana, proseguendo con le mascherine che hanno segnato gli ultimi anni e strumenti come divaricatori in ferro applicati alla bocca di altre donne che vengono nutrite e rasoi sotto le ascelle nude. "Saturno Buttò – ha detto l’assessore Elena Sinimberghi – conclude un percorso artistico figurativo che qui a Monsummano ha visto esporre prima Rocco Normanno con la mostra “Angeli e demoni“, seguita da Roberta Serenari e Frank Federighi prima di aprire a altri generi".

Stile impeccabile quello di Buttò nelle 22 opere di olio e acrilico su tavola allestite al Mac,n dove si tende all’iperrealismo senza inventare nulla di nuovo, ma rimandando alle tecniche dell’eterno Caravaggio, al blu del Beato Angelico, alla sacralità dell’aurea bizantina sulla testa delle donne ritratte, al panneggio fiammingo.

Arianna Fisicaro