
Sal Da Vinci e La Fabbrica dei sogni "Due ore per ridere, ma riflettendo"
Nato a New York, abita a Napoli con vista mare e fa sua una nota massima latina: castigat ridendo mores, ridendo castiga i costumi. Salvatore Michael Sorrentino, in arte Sal Da Vinci, compirà 54 anni il prossimo 7 aprile, Venerdì Santo, ma ha già vissuto svariate esistenze: da bimbo prodigio della sceneggiata napoletana ad attore di teatro, da cantante ad artista completo (autore, musicista, interprete). Teatro sociale, musical, apparizioni televisive, il terzo posto al Festival di Sanremo.
Domani venerdì 17 marzo – bando alla scaramanzia – porterà in scena "La Fabbrica dei sogni" al Teatro Verdi di Montecatini (alle 21; biglietti da 23 a 40 euro, prevendite su ticketone.it). È uno spettacolo dedicato agli ultimi, con un cast d’eccezione: accanto a Sal protagonista, la deliziosa attrice e conduttrice Fatima Trotta. Dell’opera Sal è ideatore e regista assieme a Ciro Villano, con la supervisione artistica di Lello Arena. È ancora giovane, ma vanta una carriera di quasi mezzo secolo (debuttò sul palco a sei anni con il padre, Mario Da Vinci).
Sono più i bei ricordi o i progetti, i sogni da inseguire e coronare?
"Ricordi, belli e brutti, sono incancellabili, ma non si può vivere di soli ricordi. I sogni ti fanno vivere. Come nella Fabbrica dei sogni".
C’è qualcosa di autobiografico in questo testo?
"In ognuno di noi ci sono dei passaggi di sana follia. Si parla di ultimi, emarginati, diversi, di integrazione, che purtroppo ha sempre un secondo fine, che noi denunciamo. Senza fare la guerra. Le bombe sono quelle che lancia la nostra anima".
Ci dia dei buoni motivi per assistere allo spettacolo al Teatro Verdi.
"Per trascorrere due ore ridendo. Ma riflettendo. Dario Fo diceva ‘se le cose le dici col sorriso, puoi andare lontano’. È vero. La nostra denuncia sociale è fatta in modo leggero e divertente. Due ore tra belle coreografie e ottime canzoni, che non rappresentano la fabbrica dei sogni napoletani, ma i sogni del mondo".
È la prima volta che recita a Montecatini Terme?
"Ho vissuto per un certo periodo a Settignano, nel fiorentino, collaborando con Giancarlo Bigazzi, uno dei grandi della musica italiana. Conosco e amo la Toscana. È la prima volta al ‘Verdi’, ma in Toscana ho fatto ospitate tivù, avuto modo di esibirmi".
In fondo in fondo, si sente più attore o cantante?
"Nasco come attore, da piccolino. Quando uno nasce bimbo prodigio, arriva il giorno in cui tutto cambia e deve leccarsi le ferite. La mia vita è stata rocambolesca. Se non ci fosse stata la musica, probabilmente avrei fatto la fine di molti miei compagni di scuola: una brutta fine. Invece a 16 anni ho deciso di investire sulla mia voce. Scrivevo testi per altri, ho scelto di interpretarli. Tutto ciò grazie a Roberto De Simone".
Accanto a lei, si sta facendo notare Fatima Trotta.
"È la mia scommessa vincente. Viene dal piccolo schermo, mi avevano suggerito di ingaggiare un’attrice già fatta. L’ho scelta perché talentuosa e ha ripagato tutti: di giorno in giorno cresce che è una meraviglia. È mia moglie nel ‘Masaniello’, un altro spettacolo che spero di portare a Montecatini".
Gianluca Barni