
Le donazioni di antichi giocattoli al Museo di Pinocchio della Fondazione nazionale Carlo Collodi hanno spesso una storia alle spalle che li rendono ancora più preziosi. Come la serie di Pinocchi creati da Onigel Ruffato, 91 anni, falegname di Dolo (Venezia), arrivati in questi giorni in Toscana. Nato nel 1930 da una famiglia di contadini veneti, Ruffato lasciò la vita nei campi a 13 anni per entrare a bottega. Qui trovò la sua strada e come artigiano qualificato a 23 anni fu assunto da una ditta di arredamenti di lusso, dove si dedicò alla costruzioni di interni per hotel e navi da crociera.
Giunto alla pensione, Ruffato ha continuato a dedicarsi alla sua passione per la falegnameria, realizzando mobili intarsiati, piccoli suppellettili e giocattoli in legno. Affascinato da sempre dal burattino di Carlo Collodi, è qui che ha creato una serie unica di Pinocchi in legno: quelli sul triciclo (capaci di pedalare assecondando i desideri del bambino), a cavallo, in carrozza, sull’altalena. Preziosi oggetti donati alla Fondazione.
"Sono opere di artigianato rare – dice il presidente Pier Francesco Bernacchi – che hanno lo scopo di avvicinare i bambini in visita al Parco di Pinocchio al mondo del gioco dei nonni e ai giocattoli di una volta. I balocchi di Onigel Ruffato sono stati inseriti nella vetrina di ingresso che dà sulla via esterna, per essere visibili anche a chi è solo di passaggio. Successivamente saranno collocati in un loro spazio dedicato all’interno del Museo. Nel parco ci sono anche pezzi da museo di grandi dimensioni, come le tre giostre d’epoca, il teatrino meccanico e i carrozzoni gitani nell’area del Paese dei Balocchi, tutti a disposizione dei piccoli visitatori".