
Il feretro di monsignor De Vivo
Pescia (Pistoia), 25 settembre 2015 - Una folla commossa e silenziosa ha dato ieri l’ultimo saluto a Monsignor Giovanni De Vivo, vescovo di Pescia. Almeno duemila persone si sono recate in piazza Mazzini: un autentico trionfo di popolo, come lo fu, a detta di testimoni, per il funerale di un altro indimenticato vescovo di Pescia, Angelo Simonetti nel 1950. Il feretro è partito dalla Cattedrale alle 15 e 30 coricato sul carro funebre e seguito da un corteo composto dai parenti, dai confratelli della Compagnia del Ss Crocifisso di Pescia e dai canonici del Capitolo della Cattedrale del Duomo. E’ giunto alla chiesa di piè di Piazza dove ad attenderlo c’erano alcuni sacerdoti della Diocesi vestiti di paramenti liturgici che in spalla hanno portato la bara di legno chiaro fin quasi in cima di piazza dove è stata adagiata a terra, su un tappeto posizionato al di sotto del palco con l’altare.
In processione sono poi entrati gli arcivescovi e i vescovi della Conferenza Episcopale Toscana e i parroci della Diocesi che si sono seduti intorno al feretro. Nei loro sguardi, smarriti e afflitti c’era tutta l’incredulità per la dolorosa perdita. Tra loro l’arcivescovo metropolita di Pisa Monsignor Giovanni Paolo Benotto che ha officiato la funzione, con i concelebranti, il cardinale e arcivescovo Silvano Piovanelli, fino al 2001 presidente della Conferenza Episcopale Toscana e dal 1990 al 1995 vicepresidente della Cei, la Conferenza Episcopale Italiana e il cardinale e arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori.
Presente il Prefetto di Pistoia Angelo Ciuni con le più alte autorità civili e militari. Un picchetto d’onore con due carabinieri e due poliziotti in alta uniforme e due cavalieri dell’ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme ha reso omaggio al feretro per tutta la durata della funzione. Moltissimi sono stati i momenti commoventi durante la celebrazione. Due in particolare, all’inizio e quasi alla fine della messa solenne: monsignor Amleto Spicciani, canonico arcidiacono della Cattedrale di Pescia, ha «sintetizzato» l’esperienza di De Vivo in Valdinievole: «sei entrato e rimarrai per sempre nella storia di questa terra». E Don Stefano Salucci, presidente del Capitolo della Cattedrale di Pescia e parroco di Santa Maria Assunta in Castellare quando ha detto che «le chiese non sono fatte di muri ma di pietre vive costruite nell’amore» quasi a voler motivare la scelta di officiare il rito funebre in piazza Mazzini per accogliere così tanta gente.
E’ intervenuto anche il sindaco di Pescia Oreste Giurlani che, insieme a tutto il consiglio comunale, decise nel gennaio di quest’anno, di consegnare a De Vivo la cittadinanza onoraria. «Il Vescovo ha saputo sempre rappresentare un solido punto di riferimento per i più deboli e un interlocutore prezioso per le istituzioni», ha detto Giurlani.
Luca Silvestrini