Pantaleoni assolto: "Non fu diffamazione"

Il viceispettore della polizia stradale era stato querelato dal prefetto Santi Giuffré

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Il tribunale di Lucca assolve Gianluca Pantaleoni, viceispettore della polizia stradale – già a processo a Pistoia con 14 capi di imputazione tra cui circonvenzione di incapace, riciclaggio e abbandono del posto di servizio – dall’accusa di diffamazione aggravata, al termine di un procedimento durato otto anni e nato in seguito a una querela del prefetto Santi Giuffré, all’epoca dei fatti direttore delle specialità della polizia di Stato e oggi commissario antiusura e antiracket del governo. L’altro funzionario aveva chiesto il trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale. Pantaleoni in quel periodo era un sindacalista di livello nazionale, protagonista di duri scontri coi vertici della sua amministrazione.

Il prefetto Giampaolo Pansa, allora capo della polizia di Stato, decise di archiviare la richiesta di Giuffré. Pantaleoni rilasciò dichiarazioni critiche, che spinsero Giuffré alla querela. La procura di Lucca aveva chiesto una condanna a quattro mesi per il viceispettore, difeso dall’avvocato Michele Cantelli di Napoli, figlio di Giovanni che assiste Pantaleoni nel processo a Pistoia. Il giudice Lucrezia Fantechi ha assolto il poliziotto perché i fatti non sussistono. "A nulla sono valsi i continui tentativi di mediazione – spiega Pantaleoni – posti in essere nel tempo anche dagli avvocati che mi hanno assistito. Solo oggi, dopo lunga battaglia giudiziaria, ho visto riconosciute le mie ragioni, cioè il diritto a una giusta critica e a una libera espressione delle mie idee, per nulla offensive".

Daniele Bernardini