Diletta Doretti, da Montecatini in giro per il globo ad aiutare i Paesi in via di sviluppo

Lavora per la Banca Mondiale: adesso è rappresentante dell’istituzione in Guyana e Suriname. "Amo il mio lavoro: mi piace tantissimo, si vedono i risultati e le fatiche vengono sempre ripagate"

Diletta Doretti durante una delle sue missioni

Diletta Doretti durante una delle sue missioni

Montecatini Terme, 5 febbraio 2023 - Diletta Doretti, montecatinese, è la rappresentante della Banca Mondiale in Guyana e in Suriname in America Latina. La Banca Mondiale si occupa di sostenere e aiutare i paesi in via di sviluppo. Diletta, in altre parole, è in prima linea nella cooperazione internazionale e dell’assistenza tecnica in diversi settori.

La Banca Mondiale comprende due istituzioni internazionali: la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo e l’Agenzia internazionale per lo sviluppo, che si sono prefisse l’obiettivo di lottare contro la povertà e organizzare aiuti e finanziamenti agli stati in difficoltà. L’istituzione fa parte delle agenzie specializzate delle Nazioni Unite. Istituita nel 1945, assieme al Fondo Monetario Internazionale a seguito degli Accordi di Bretton Woods, è formalmente un’Agenzia specializzata delle Nazioni Unite e vi fanno parte 189 Paesi membri. In poche parole, è la principale organizzazione internazionale per il sostegno allo sviluppo e la riduzione della povertà.

In cosa consiste il suo lavoro?

"Il mio lavoro è di assistente allo sviluppo a 360 gradi. Voglio dire che sono chiamata a occuparmi di tutto, anche della promozione dell’istruzione e della formazione. Qua siamo davvero attivi nell’assistenza allo sviluppo economico, dato che di recente è stato scoperto il petrolio e con tutta la crisi che il mondo sta affrontando hanno molte deficienze a livello di educazione. Le attività sono tante: costruire scuole, formare gli insegnanti, distribuire i libri. Tutto questo può migliorare le loro prospettive di vita e di crescita".

Quali studi ha seguito?

"Ho frequentato la Cesare Alfieri a Firenze e mi sono laureata in scienze politiche, indirizzo internazionale, ma ho sempre avuto l’interesse per viaggiare. Un Erasmus in Irlanda mi aveva aperto la mente. Poi avevo vinto una borsa di studio alla Georgetown a Washington e ho proseguito il percorso con molti master in Italia".

Quanto conta il carattere in un lavoro come il suo?

"Molto, ovviamente. Ci vuole tanta determinazione, mai lasciarsi andare e arrendersi anche in ambienti aggressivi come quello statunitense. Mi sono abituata col tempo. Il mio lavoro mi piace tantissimo, si vedono i risultati e le fatiche vengono ripagate. Non mi sono mai lasciata scoraggiare. Il sistema americano ha però un grande pregio: è meritocratico, rispetto all’Italia non c’è paragone. L’italianità comunque serve nel tessere e mantenere relazioni positive con gli altri. Non mi sono mai buttata giù, anche nei momenti più difficili e complicati. Gli ostacoli vanno affrontati senza timore".

Un consiglio ai giovani montecatinesi?

"Credete in voi stessi e non abbiate paura di fare esperienze all’estero, in ogni settore, soprattutto adesso che il mondo è davvero globale. Anche se poi vorrete tornare a casa, lo farete con un’altra testa e un’altra mentalità. Il confronto è fondamentale. Vedete il mondo e riportate l’esperienza a casa vostra. Così potrete crescere nel migliore dei modi".