L’odissea dei pendolari. Giornata no per i treni: "Noi, stipati nei vagoni e in balia dei ritardi"

La segnalazione (ennesima) di un nostro lettore partito da Pescia. Il rallentamento a causa del "sovraffollamento", poi lo stop a Prato. Trenitalia parla di "situazione eccezionale" causata da un guasto. .

"Chi prende il treno a Montecatini e Pistoia può ritenersi fortunato perché almeno può sedersi. Da Pistoia verso Firenze si viaggia in ritardo e scomodi". A dirlo è Alberto, 29enne pendolare, uno delle migliaia di viaggiatori che quotidianamente utilizzano i treni della linea Lucca – Firenze. Una tratta che, specialmente al mattino, è presa letteralmente d’assalto da lavoratori e studenti diretti soprattutto verso il capoluogo di regione. I treni più caotici sono quelli che partono da Montecatini Terme alle sette del mattino: in ordine 18503, 18619 e 18505. E, proprio il 18503 di ieri mattina ha messo a durissima prova la pazienza dei viaggiatori. "Questo treno – racconta Alberto – a Prato è stato fermo per decine e decine di minuti. Gli annunci in stazione ci hanno lasciato sbigottiti: il treno era fermo per ‘sovraffollamento’. A bordo la situazione era ai limiti dell’invivibile, le persone iniziavano ad innervosirsi e spaventarsi. Gli addetti all’assistenza clienti non sapevano darci spiegazioni o dirci quando saremo ripartiti. Rimanere bloccati in quella condizione è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso". Il treno a Prato è stato fermo una ventina di minuti, proprio perché impossibilitato a proseguire la marcia e a ricevere altri passeggeri nelle stazioni successive, vale a dire tutte quelle del nodo di Firenze. Risultato: pendolari arrivati a destinazione in forte ritardo e stremati da un viaggio da incubo.

Altri pendolari, negli stessi minuti, hanno sperimentato disservizi e ritardi simili su un altro treno, il 18661 in partenza da Pistoia per Firenze a distanza di pochi minuti dal primo treno. Una doppietta di caos che ha reso un incubo l’inizio della giornata per migliaia di lavoratori e studenti. Trenitalia, interpellata dal nostro quotidiano, ha offerto una spiegazione degli avvenimenti. "Il treno 18661, in partenza da Pistoia verso Firenze, ha subito la manomissione di una porta da parte di ignoti. La riparazione è durata poco meno di mezz’ora ma i viaggiatori, visto arrivare in stazione il treno 18503 con destinazione Firenze, sono scesi dal treno fermo e sono saliti in massa sull’altro convoglio. Ecco perché, lo stesso treno, si è presentato a Prato con a bordo doppio dei viaggiatori consueti. Il 18661, però, nel frattempo era ripartito con la porta messa in sicurezza. Una volta a Prato è riuscito a caricare parte dei passeggeri del 18503, riequilibrando la situazione a bordo, seppur con alcune decine di minuti di ritardo".

Trenitalia ha sottolineato come l’evento scatenante del super-afflusso a bordo del treno 18503 sia stato la manomissione di una porta del 18661, un atto per il quale "l’azienda provvederà a denunciare alle autorità competenti". Una situazione, insomma, eccezionale e del tutto esterna a Trenitalia. Molti pendolari, però, non concordano. "I treni su quella linea sono costantemente in ritardo. Da Pistoia e da Prato si sa quando si parte, ma non si ha idea di quando si arriva. Non è il problema di un giorno bensì della maggior parte dei giorni. Eppure, il nostro abbonamento, lo paghiamo per intero tutti i mesi. Ci aspetteremo, per questo, un trattamento diverso da chi riceve i nostri soldi per il servizio".

Francesco Storai