
L’addio ad Antonio Casini. Una vita da artiere nelle scuderie fra pronostici e amore per i cavalli
Se n’è andato l’ultima domenica di gennaio, data non banale per gli ippici che segnano quel giorno sul calendario, quando a Parigi si disputa il prix d’Amerique, la corsa di trotto più importante al mondo. Antonio Casini avrebbe compiuto 81 anni il prossimo marzo. Nell’ambiente ippico era da tutti conosciuto come ’Fiatata’, soprannome dovuto alla sua abilità di suggerire nei pronostici cavalli nascosti, capaci di sovvertire le previsioni. Così le sue ’soffiate’, per gli amici del Sesana sono diventate ’fiatate’. Ha lavorato una vita come artiere nelle scuderie, sia di trotto che di galoppo, fatto questo abbastanza insolito. Ha ovviamente cominciato a lavorare al Sesana, ma anche a Pisa e perfino a Taranto. Lì conobbe Donato Carelli, proprietario del nuovo ippodromo che lo volle nella sua scuderia. Ha avuto anche alcuni cavalli di proprietà. Tra i suoi cavalli, in allenamento a Nello Bellei c’è un certo Simeto, che non aveva raggiunto grandi risultati. Casini riuscì dopo una lunga trattativa a convincere la titolare Anna Maria Salvini a cederlo per una cifra alla sua portata. E Antonio riuscì, caso quasi unico a migliorare le prestazioni del cavallo. Era anche noto per il suo carattere da toscanaccio, cocciuto e polemico. Questo non lo ha fatto amare da tutti, ma per lui non era un problema. Ha cercato di difendere fino in fondo la categoria degli artieri ippici, quando la piaga del lavoro ’nero’ si è allargata a macchia d’olio ed aveva fondato anche un’associazione per la tutela degli scommettitori. Da qualche tempo combatteva con una malattia che ha affrontato a viso aperto, con il suo solito spirito battagliero.