La capitale del calcio ’rosa’. L’impresa della Astro Falchi e il mito di Elena Schiavo

L ’ex calciatrice, prima stella del movimento, protagonista del documentario ’Copa 71’. Nel 1974 guidò la squadra termale del presidente Melani alla conquista del tricolore

Elena Schiavo

Elena Schiavo

Montecatini, 17 aprile 2024 – È stato presentato in questi giorni "Copa 71", il documentario (prodotto tra gli altri dalla campionessa di tennis Serena Williams) che racconta quello che viene considerato il primo campionato del mondo femminile che si disputò in Messico, l’anno dopo la mitica partita Italia - Germania. In realtà fu il secondo torneo internazionale "Martini e Rossi", dopo l’edizione del 1970 a Torino, ma la presenza di squadre di due continenti ne fece appunto una sorta di ’Mundial’. C’erano Argentina, Danimarca che poi vincerà la coppa, Italia, Francia, Inghilterra e le padrone di casa messicane. In quella Nazionale azzurra che si classificò al terzo posto, ci furono delle giocatrici che pochi anni dopo ritroveremo nella "Astro Falchi Montecatini Terme", squadra presieduta dall’indimenticato Marcello Melani. Formazione che oggi sarebbe stata definita un "Dream Team", che infatti vinse il campionato sul Padova che si era aggiudicato il titolo l’anno precedente. Su tutti Elena Schiavo, friulana, capitana della Nazionale azzurra, che compare anche nel documentario, e che sarà poi trascinatrice della formazione termale alla conquista dello scudetto. Attaccante, era considerata una Gigi Riva al femminile. Se il bomber del Cagliari era "Rombo di tuono", lei era soprannominata "L’ira di Dio".

Specialista in atletica, in breve tempo diventò la leader del movimento. E praticamente fu la prima professionista, anche se non riconosciuta, del calcio femminile. Forse anche la prima ad avere un procuratore, quando ancora questa parola era sconosciuta. Ad un certo punto infatti le venne chiesto di trasferirsi a Torino. "Andarci – ha raccontato l’ex capitana azzurra - significava un grosso cambiamento per la mia vita. Perciò mi rivolsi al notaio Occhialini di Udine per predisporre una scrittura privata in cui era prevista una parte fissa, i premi partita e per le convocazioni in Nazionale, vitto e alloggio, le ferie e la copertura assicurativa". Con lei in Messico c’era anche una ragazzina, la 13enne siciliana Rosalia Mammina. Avrebbe dovuto esserci anche Maura Fabbri, altra stella del momento, ma il permesso le fu negato. Tutte e tre si ritroveranno nel 1974 a Montecatini. La nascita della super squadra della Astro Falchi fu abbastanza casuale. A portare il calcio femminile a Montecatini fu Roberto Chetoni, uno dei fondatori della Pieve a Nievole di Melani. La Astro Falchi era una squadra di Torino, che si contrapponeva alla Juventus. Nonostante la conquista della Coppa Italia 1973 perse finanziatori e alcuni dirigenti piemontesi chiesero aiuto per il salvataggio a Melani, che nella città della Mole aveva abitato a lungo. Così Melani si rivolse a Chetoni per la parte organizzativa, mentre nel consiglio entrarono anche alcuni albergatori. "Eravamo una squadra fortissima – ha ricordato Fabbri – c’erano le migliori calciatrici italiane. Ci trovavamo in albergo a Montecatini il giovedì o il venerdì, secondo l’impegno della domenica. Fu una bellissima esperienza". Peccato che durò solo un anno. Melani si concentrò sul calcio maschile (allora era presidente dell’Unione Valdinievole) e la società, pur continuando l’attività con sole ragazze locali, si autoretrocesse in serie B. Ma quell’anno magico resta negli annali.

Niccolò Galligani