Navari-Francesca
Cronaca

Inserito nella centrale rischi per sbaglio, noto imprenditore fa causa a Bankitalia

La società "Michele Rossi srl" ha sede a Pescia

Michele Rossi con Barbara Snellenburg

Montecatini 2 novembre 2014 - Investimenti per la pubblicità saltati, produzione paralizzata e perfino posti di lavoro andati in fumo. Col rischio pure di arrivare al fallimento. E’ la situazione paradossale in cui si è trovato il noto stilista fortemarmino Michele Rossi, titolare della Michele Rossi srl con sede a Pescia, che per un errore nel sistema informatico della Banca d’Italia si è trovato inserito nella lista della centrale rischi in quanto individuato come socio di un’azienda milanese in sofferenza di cui non ha mai neppure conosciuto l’esistenza.

 

Il creatore di abiti per le dive ha così deciso di promuovere una causa nei confronti di Banca d’Italia affidandosi all’avocato empolese Antonio Rovini che ha anche evidenziato anche «lo stress psicologico ed emotivo» subito dall’imprenditore, nonchè il danno di immagine. Tutto ha inizio nel marzo scorso quando l’ideatore dei marchi Femme, History Repeats, Tres chic e Homme viene contattato da un istituto di credito che gli comunica che la ditta è stata inserita nella centrale rischi della Banca d’Italia: il nome della Michele Rossi srl compare infatti associato ad un’altra azienda in cattive situazioni finanziarie che frena, fino a far crollare il rating della ditta di Pescia. Lo stilista ha immediatamente inoltrato una mail alla Banca d’Italia evidenziando la propria estraneità all’azienda milanese in forte difficoltà e allegando la propria visura camerale.  

 

«Per me la questione era risolta — racconta Rossi — invece a luglio la mia ditta è improvvisamente precipitata in sofferenza verso le banche nonostante avesse raddoppiato il proprio fatturato e allargato i canali di distribuzione: alla richiesta di nuovi affidamenti ci veniva risposto ‘picche’ dagli istituti di credito e così è emerso che l’errore nella banca dati non era stato corretto». La Michele Rossi srl ha dovuto così bloccare un investimento pubblicitario di 400mila euro da spalmare su gennaio, febbraio e marzo 2015, rinunciare all’intenzione di ampliare la catena di saloni all’estero (Germania, America e Shangai) e addirittura l’assunzione di tre persone in azienda.

 

«Abbiamo rischiato il fallimento — lamenta lo stilista — con un danno non da poco visto che abbiamo dovuto stoppare tutte le azioni di espansione, i cui tempi sono dettati da specifiche situazioni, in primis l’andamento delle ultime due stagioni dopo qualche anno dalla nascita del marchio. Adesso dovremo aspettare di rivedere i risultati della prossima estate per decidere di rilanciare il brand ma questo comporterà certamente un ritardo di un anno perché tutto questo non potrà essere fatto prima del gennaio 2016».