REDAZIONE MONTECATINI

Il tiktoker Shamzy al Verdi: "Vi porto dentro la mia vita. Panariello un mito assoluto"

Il comico: "Spettacolo dedicato a mia nonna Maria che era di Uzzano"

Il tiktoker Shamzy al Verdi: "Vi porto dentro la mia vita. Panariello un mito assoluto"

A casa di Shamzy. Domani dalle 21 sul prestigioso palcoscenico del Teatro Verdi di Montecatini Terme salirà il 23enne (ne compirà 24 il prossimo 6 aprile) Andrea Di Raimo, in arte Shamzy: il popolare tiktoker toscano, nativo di San Miniato ma residente a Cerreto Guidi, presenterà il suo primo spettacolo teatrale ’A casa mia’.

Al Verdi andrà in scena Shamzy, il comico primatista di visualizzazioni, o Andrea?

"Shamzy è un nome di fantasia, che non ha alcun significato. Ci sarà tanto Andrea, la storia della mia vita: una rappresentazione autobiografica, per far capire come nasce il tutto".

Non ha paura di confrontarsi con un palco così importante?

"Un po’ di ansia c’è sempre: è la mia terza esibizione in un teatro. Ma i numeri della prevendita sono buoni e la voglia di farmi vedere da vicino, tanta".

Un tempo la gavetta si faceva nei locali di cabaret, oggi sui social: la comicità a distanza. Per questo ha sentito l’esigenza di fare teatro?

"In ‘A casa mia’ si percepisce l’esigenza di incontrare le persone, di rendere reale il virtuale. Mi piacciono i social, ma mi piace ancor di più vedere tanti volti davanti a me, sentire il calore del pubblico".

A casa sua che cosa troveremo di originale?

"Innanzitutto è un Andrea che parla come a casa sua: abbiamo giocato molto su quest’aspetto con gli autori. È uno spettacolo dedicato a mia nonna Maria, che abitava a Uzzano e mi portava a passeggiare a Pescia. Era la mia nonna materna e da lei ho trascorso davvero tanto tempo da esserne legatissimo. A casa sua ero a… casa mia".

È giovane. Dove vorrebbe arrivare e chi, dei comici passati e attuali, desidererebbe eguagliare?

"L’obiettivo è fare spettacoli, anche da vecchio. E fare qualche film. Dare soddisfazione a mia mamma, Elena. Ci sono tanti comici che adoro, da Panariello a Paci e Ceccherini, da Battista a Brignano. Mi piaceva anche Francesco Nuti".

L’Alta Toscana, la sua terra. E del pistoiese e della Valdinievole che cosa le piace e che cosa no?

"Non mi sono mai spostato a Milano, nelle grandi città, perché sono nato in campagna, vivo bene in campagna e voglio restare a vivere in campagna. Bellissime, le nostre zone, ricche di tradizione e saggezza contadina. La Toscana ce la invidiano in tutto il mondo. A Montecatini andavo a bere qualcosa quando ero ragazzo, a Pescia con la nonna. Ricordi preziosi".

Gianluca Barni