"Dopo trentacinque anni di sua attività e presenza, sabato trentun agosto don Alberto Tampellini ha celebrato la sua ultima messa nella parrocchia dei Santi Pietro apostolo e Marco Evangelista a Pieve a Nievole. Questo avvenimento è accaduto perché don Alberto è stato chiamato per poter dare un sostegno maggiore e più diretto dalla sede della Curia pesciatina, al nostro vescovo Fausto Tardelli, già titolare delle diocesi di Pistoia e di Pescia". Marco Cioffi ha inviato una lettera alla nostra redazione per salutare il vescovo vicario che per tanti anni ha mandato avanti la parrocchia. Un saluto carico di affetto. "Alla messa – prosegue Cioffi – erano presenti tutti i sacerdoti di Pieve a Nievole: il parroco Don Alberto, il vice Don Habakuk Bikai, Don Josef e Don Federico Giuntoli. Durante l’omelia, in una chiesa gremita di fedeli commossi, Don Tampellini ha ammesso di sentirsi anche lui un po’ teso perché "questo è un passo che non faccio a cuor leggero". E di seguito con occhi lucidi ha detto: "In questi trentacinque anni ho imparato qualcosa da tutti, grazie". Come suo stile, ha poi ironizzato sulla commozione dei presenti, compresa la sua e delle autorità locali, venute in chiesa con gonfalone e divisa. Don Alberto ha ricordato diversi aneddoti pescati qua e là tra persone, ambienti e situazioni, tra le sue molte esperienze".
Don Alberto Tampellini è nato a Montecatini Terme l’ 11 novembre 1959. Ordinato presbitero per la diocesi di Pescia il 7 dicembre 1990, ha ricoperto vari incarichi: vicario parrocchiale e poi parroco della parrocchia dei Santi Pietro apostolo e Marco evangelista in Pieve a Nievole (1991 – 2024). Cioffi ricorda che il religioso è "passato alla vita sociale, trascorsa con le persone incontrate, e ha esposto come uno studio antropologico, sull’evoluzione e sul comportamento, come un mini album fotografico dove i pievarini sono gli osservati nei decenni", e da cui don Alberto ha evidenziato che "anche i pievarini sanno essere agitati, ma a modo loro". L’assemblea in chiesa è rimasta sorpresa, meravigliata e incuriosita per le parole del vescovo vicario. Dopo averli tenuti per poco in tensione, don Alberto ha svelato l’arcano, descrivendo le fotografie del mini album fotografico dei ricordi: " I pievarini sono aperti alla discussione costruttiva, ci sono stati molti scontri in questi anni su progetti e decisioni da prendere, ma mai una rottura; perché ho sempre visto lo stare insieme delle persone, in nome della comunità di Pieve". Don Alberto ha fatto ringraziamenti a tutti, da chi ha conosciuto, a chi ha accompagnato al campo santo. Tutte le persone hanno stimolato la sua forza, perseveranza e volontà nel continuare il compito di parroco, di formatore, di consulente, di ascoltatore, di evangelizzatore".
Il religioso viene ricordato anche come promotore dell’evangelizzazione in tre semplici passi: prima per la persona stessa, in seguito per i ‘vicini’, poi per tutti gli altri. Ha ribadito che "in parrocchia si può solo imparare!" e che per vivere felici è dovere di ognuno "continuare ad avere a cuore l’importanza delle Opere di Misericordia. Don Alberto è stato un pioniere locale nel catechismo, proposto dall’allora cardinale Ratzinger, e accettato dall’allora papa Giovanni Paolo II".