Il gioco d’azzardo in città. Spesa record nel 2022. Puntati oltre 126 milioni

I dati allarmanti forniti dal consulente Torrigiani della Commissione antimafia e da don Armando Zappolini portavoce della campagna “Mettiamoci in gioco“.

Il gioco d’azzardo in città. Spesa record nel 2022. Puntati oltre 126 milioni

Il gioco d’azzardo in città. Spesa record nel 2022. Puntati oltre 126 milioni

"In città, lo scorso anno, sono stati spesi oltre 126 milioni di euro nel gioco d’azzardo. È come se ogni residente, partendo dal bambino appena nato, avesse impegnato 6.093,53 euro in queste attività". Il dato arriva da don Armando Zappolini, portavoce della campagna nazionale “Mettiamoci in gioco“, e da Filippo Torrigiani, consulente della commissione parlamentare antimafia. Montecatini è stata storicamente una delle capitali italiane del gioco d’azzardo: da qui è passato anche il Totonero e hanno prosperato le scommesse clandestine su tanti sport. Tra i protagonisti di queste attività come non dimenticare gli appassionati del conchino, la variante d’azzardo del ramino, che contraddistingueva i montecatinesi. Tra le storie ormai diventate leggenda c’è quella di un celebre baro dall’apparente vita morigerata. Almeno fino agli anni Settanta ha colpito in città e in varie località turistiche internazionali, spennando i ricconi ingenui. Sì truccava e riusciva a farsi passare per un gran signore, grazie a documenti procurati chissà come. Dimentichiamo queste storie divertenti che caratterizzano il folklore montecatinese, perché il gioco d’azzardo, alla fine, è spesso legato a disperazione e sofferenza. "Nel 2022 – proseguono don Zappolini e Torrigiani – tra giocate fisiche e telematiche, a Montecatini sono stati spesi 126 milioni e 489.605,15 euro. Le vincite sono state di 103 milioni e 242.973, 82, con 23 milioni e 246.631,33 euro di perdite". Alla fine, non è nemmeno tornato ciò che è stato speso. Eppure i giocatori che acquistano gratta e vinci, scommettono on line sui risultati sportivi o spendono per qualsiasi altra attività per vincere o forse solo spinti dalla compulsione, sono persone normalissime. Spesso tra loro c’è chi ha serie difficoltà per arrivare in fondo al mese, ma comunque cerca sempre i soldi per la “giocatina“.

"Di fronte a questa emorragia istituzionalizzata di soldi – spiegano don Zappolini e Torrigiani – che crea povertà e disperazione, oltre a sottrarre risorse all’economia reale, e, talvolta, come accertato dalle indagini delle forze dell’ordine, fa ingrassare le casse delle consorterie mafiose, c’è bisogno di ripensare l’intero sistema concessorio dei giochi. L’equazione secondo la quale gioco legale =gioco sicur" è abbondantemente superata dal corso degli eventi. Come pure la favola che in troppi recitano, secondo le quale senza il gettito dell’azzardo non si chiudono i bilanci, è una grande bugia. Esistono molteplici segmenti dove sarebbe opportuno recuperare risorse da destinare all’erario e alle necessità del Paese: evasione ed elusione fiscale, infrazioni di carattere comunitario che siamo chiamati a corrispondere attraverso la fiscalità generale, solo per citarne alcuni. È divenuto improcrastinabile un riordino del comparto del gioco oltremodo smisurato che passa da una diminuzione importante dell’offerta. Così è fuori controllo e drena risorse importanti al resto dell’economia reale".

Daniele Bernardini