Finalmente sugli argini in bicicletta e a piedi

Dopo un incontro all’assessorato regionale all’ambiente il Genio Civile ha deciso di togliere i cartelli di divieto e le catene agli ingressi

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C’è voluto del tempo, ma alla fine il buon senso ha prevalso e ora non sarà più vietato andare in bicicletta sugli argini dei fiumi. A dare la notizia è il sindaco di Ponte Buggianese Nicola Tesi che più di tutti si è battuto per togliere il divieto del Genio civile, che tante polemiche aveva sollevato.

"A seguito dell’incontro avuto la scorsa settimana all’assessorato all’Ambiente con il Dirigente del Genio Civile Valdarno Occidentale ed il Capo Gabinetto dell’assessore Monia Monni che ringrazio – comunica il sindaco Nicola Tesi – posso finalmente dare una buona notizia. Infatti tra pochi giorni, già nelle prossime settimane, il genio civile procederà alla rimozione delle catenelle poste sugli argini ed alla sostituzione della cartellonistica. Si andrà verso quello che i Comuni della Valdinievole, Italia Nostra e la Fiab chiedevano da tempo. Sugli argini saranno installati due tipologie di cartellonistiche, una nel rispetto della legge che vieta la percorrenza ai veicoli a motore degli stessi ed un’altra che avvisa quali sono i pericoli potenziali sugli stessi argini. Con questo provvedimento l’ambito turistico omogeneo della Valdinievole potrà finalmente realizzare il progetto dei percorsi trekking ed a piedi sulle arginature del territorio".

I cartelli di divieto furono installati, a sorpresa, nell’autunno del 2019 sugli ingressi degli argini dei principali corsi d’acqua della Valdinievole. Oreste Giurlani, il sindaco di Pescia, allora nelle sue funzioni, pensò, per aggirare l’ostacolo , di trasformare il tratto del fiume cittadino, in parco urbano. Naturalmente il divieto veniva tranquillamente ignorato, ma i divieti ostacolavano la creazione di sentieri turistici. E infatti da una decina d’anni che si cerca, senza fortuna, di creare dei percorsi nell’area del Padule di Fucecchio. Tra i primi a sollevare dubbi sul provvedimento ci fu la Fiab (Federazione italina ambiente e bicicletta) che da allora è sempre stata in prima fila per far togliere quel divieto che fra l’altro, nelle altre province toscane, non c’era.

Gabriele Galligani