Centro visite Padule. Una storia infinita: "Niente manutenzione finché non sarà nostro"

Il sindaco di Larciano Lisa Amidei aspetta l’assegnazione al Comune "Stiamo eseguendo lavori a un bene che non è di nostra proprietà. Ma non abbiamo risorse e personale a sufficienza. Ora servono risposte".

Centro visite Padule. Una storia infinita: "Niente manutenzione finché non sarà nostro"

Centro visite Padule. Una storia infinita: "Niente manutenzione finché non sarà nostro"

La morte annunciata alla fine è giunta lo scorso gennaio ma il Centro di Ricerca e documentazione del Padule di Fucecchio non trova pace. Il Centro visite di Calstelmartini inaugurato nei primi anni del 2000 è ormai definitivamente chiuso, anche se alcune iniziative vengono svolte da volontari e associazioni in altri punti del Padule di Fucecchio. Ma mentre, dopo lo spezzatino dei beni deciso dalla Regione e avvenuto durante l’assessorato Fratoni, alcune strutture sono già passate ai relativi Comuni sul cui territorio esse insistevano, il Centro Visite di Castelmartini galleggia ancora nel limbo come molte altre questioni aperte riguardanti l’area umida, a partire da quella relativa agli specchi d’acqua e agli sfalci. La struttura in bioedilizia inaugurata non troppi anni fa, che era diventata punto di riferimento per la ricerca e la documentazione riguardante l’area palustre con professionalità ormai perfezionate da decenni a cui facevano riferimento un po’ tutti i territori rivieraschi, oggi infatti rischia di andare in malora. A confermare la spiacevole situazione è lo stesso sindaco di Larciano, Lisa Amidei, che aspetta dalla convenzione del 2020 che il bene sia passato al Comune. "Il Centro visite è chiuso perché l’associazione ha cessato l’attività – spiega – la struttura del Centro Visite che ospitava il Centro di Ricerca è ancora in mano alla Regione, nonostante dovesse passare al Comune nel 2020. Al momento stiamo provvedendo a livello locale a fare la manutenzione, grazie ai soldi della Regione, ma le nostre risorse per fare i lavori sono limitate e non potremo ancora per molto eseguire una manutenzione a un bene che non è nostro perché manca proprio il personale".

La Regione dunque pare temporeggiare su una struttura che riguarda tutto il comprensorio palustre ma non solo su quella. Anche il tema degli sfalci non è da meno. Firenze avrebbe scritto un regolamento che non sa come interpretare e al momento è stato depositato all’avvocatura regionale affinché si esprima in merito. Da almeno 2 anni nel frattempo, per questo motivo gli agricoltori chiedono una deroga agli sfalci, con cui si chiede di cominciare a ripulire circa 10 giorni prima del regolamento, che è stata per ora sempre accettata, anche se l’anno scorso molti proprietari terrieri si sono visti recapitare sanzioni, secondo quanto sostengono, per non aver usato macchinari silenziosi. Sebbene il Padule abbia dimostrato di funzionare adeguatamente come cassa d’espansione, l’impossibilità di tagliare e ripulire aumenterebbe l’incapacità di recepire l’acqua in caso di piogge abbondanti.

Arianna Fisicaro