
La vicenda dell’inquinamento delle acque reflue provenienti dal depuratore di Veneri approda all’attenzione della Regione. I consiglieri regionali del Partito Democratico Valentina Mercanti e Marco Niccolai hanno presentato a tal riguardo un’interrogazione per chiedere alla giunta regionale toscana "se sia a conoscenza dei fatti che riguardano il riutilizzo delle acque reflue provenienti dal depuratore di Veneri per l’irrigazione dei campi ad uso agricolo e floricolo mediante azione di pompaggio e di reimmissione nel torrente Pescia e se, da altri accertamenti ispettivi, siano risultate non conformità rispetto alla normativa ambientale vigente".
Niccolai e Mercanti inoltre chiedono alla giunta regionale "se non ritenga opportuno, nel rispetto della propria competenza, monitorare il percorso e gli sviluppi di questa situazione, alla luce della rilevanza dell’impianto ed anche del possibile impatto che tale vicenda potrebbe avere avuto in termini ambientali".
Nel ripercorrere la vicenda, nel testo dell’interrogazione all’amministrazione regionale, i due consiglieri del Pd ricordano "l’ordinanza del sindaco di Pescia che autorizzava, fino all’autunno del 2017, il riutilizzo delle acque reflue provenienti dal depuratore di Veneri per l’irrigazione dei campi ad uso agricolo e floricolo mediante il pompaggio e la reimmissione nel torrente Pescia". E che "a seguito di analisi successive condotte da parte di Arpat queste acque sarebbero risultate inquinate da parte di sostanze quali cromo, rame e idrocarburi, come anche emerso dalle indagini condotte dai carabinieri forestali e che, da quanto si evince dalle cronache di stampa, hanno dato seguito a un procedimento penale in cui viene contestata la violazione della normativa di tutela ambientale".
"Si tratta di fatti molto gravi – dichiarano ancora Mercanti e Niccolai – anche alla luce della volontà dei Comuni di Pescia e di Villa Basilica di alienare ai privati l’impianto di Veneri. La vicenda di oggi dimostra quanto sia necessario semmai un più forte controllo pubblico, anziché la dismissione della proprietà".