
di Enrico Baldini
Jorge Luiz Frello Filho meglio conosciuto come Jorginho, nella notte magica di Wembley, dove ha realizzato il decisivo calcio di rigore del 5-3 che ha consegnato su di un piatto d’argento il passaporto alla finalissima del campionati Europei, ha scritto un’altra pagina che rimarrà nella storia del club Italia. Un ruolo importante nella trasformazione tattica, del timido ragazzo di Imbituba, lo ha ‘giocato’ l’attuale direttore tecnico della Pontremolese Mauro Bertacchini che alla tenera età di 14 anni lo ha trasformato da seconda punta in centrocampista.
"Sono felicissimo per quello che sta facendo – queste le prime considerazioni a caldo dell’imperturbabile Bertacchini –. Martedì sera, quando “Jorge“, tranquillo per tutti i 120’, si è poi presentato sul dischetto mentre il portiere della Spagna danzava sulla linea bianca agitando le braccia sono stato travolto dai ricordi e dalle emozioni e non nascondo di essermi commosso e ho pregato, come tutti gli italiani".
Quando Jorginho ha preso la rincorsa cos’a notato?
"Ha rallentato il passo, operazione che già praticava da ragazzo, per vedere da che parte andava Unai Simon e inchiodarlo prima ancora che l’ex Verona e Napoli toccasse palla realizzando il rigore che ha fatto scattare l’urlo liberatorio del popolo italiano impegnato nuovamente a sventolare il tricolore, accompagnato dalla sinfonia dei claxon".
Quando il portiere è andato da una parte e la palla dall’altra?
"Ho goduto tra l’altro mi hanno scritto molti amici brasiliani dicendomi che rimpiangono che Jorge non giochi nella Selecao. Provate, solo per un attimo, ad immaginare la coppia Marquinho-Jorginho, altro mondo".
Altri messaggi?
"Sì. Attestati di stima, di ex allievi della scuola brasiliana mi hanno riempito di orgoglio, sono veramente felice che la mia piccola partecipazione a quel lontano progetto abbia contribuito alla crescita di quel meraviglioso gruppo di giovani calciatori".
L’ultima volta che l’ha abbracciato?
"In occasione di una gara Under 21 tra Italia e Spagna a Siena, dove ‘Jorge’ convocato per la prima volta per la nazionale italiana, non scese in campo per un cavillo burocratico. Qella sera la Spagna vinse grazie alle giocate di uno straordinario Morata... Ora il cerchio si sta chiudendo. Occorre un altro sforzo per essere campioni d’Europa".
Dopo l’europeo cosa accadra?
"Jorge è anima e leader. Nella stagione della piena maturità dopo aver vinto la Champions League, sorriso italiano, concretezza italiana, gran suggeritore in campo, autentico player insostituibile nell’impianto ideato da Mancini, penso meriti il Pallone d’oro. Domenica, contro l’Inghilterra Jorge darà il massimo per mettere insieme una doppietta storica".