Cicilsimo, occhi puntati su Daniel Savini: "Il mio sogno vincere una tappa al Giro"

L'atleta nato in Emilia ma toscano ciclisticamente da sempre

Daniel Savini durante un allenamento di questi tempi

Daniel Savini durante un allenamento di questi tempi

IL PERSONAGGIO

 

FARI SU DANIEL SAVINI IL TOSCO-EMILIANO:

“IL MIO SOGNO VINCERE UNA TAPPA AL GIRO D’ITALIA”

 

Massa, 8 maggio 2020 – E’ nato 23 anni a Reggio Emilia ma alzi un mano chi non lo considera toscano al cento per cento come adozione ciclistica, oltre a risiedere a Massa. Professionista alla Bardiani Csf Faizane’ di Bruno e Roberto Reverberi, Savini è alla terza stagione nei professionisti dopo i suoi trascorsi toscani nelle categorie inferiori, da juniores nella Romagnano, da under 23 una stagione nella Hopplà Petroli Firenze e una nella Maltinti Banca Cambiano. Da qualche giorno è tornato in sella, la preparazione seppur ancora individuale è ripresa, per le gare ci sarà ancora da attendere oltre due mesi.

“Purtroppo questo non è un momento felice per il movimento ciclistico, ma in generale anche sportivo, in tutto il mondo. Questo virus ci ha completamente fermato, e ovviamente ciò comporta innumerevoli problemi che non sto nemmeno ad elencare. Speriamo che la situazione si normalizzi quanto prima possibile”.

- Tre anni alla Bardiani, come dire reciproca fiducia.

“Mi trovo bene, in questa squadra è come essere a casa, è una grande famiglia. Non potevo effettuare a suo tempo migliore scelta”.

- E’ vero che hai la passione anche per le moto.

“Non ho rimpianti per aver scelto la bici ma se non l’avessi fatto avrei provato con le moto. Ho una grande passione per i motori, da piccolino avevo una minimoto e alle volte andavo in pista, non ero così male!”.

- Quali le caratteristiche di spicco.

“Vado bene in salita, specie in quelle brevi, da qui la mia ammirazione tra i campioni per il grande Marco Pantani. Amo la discesa, dove ammiro Nibali”.

- Hai avuto in carriera più di una soddisfazione.

“Tra i successi che ricordo con maggiore soddisfazione il Gp Liberazione Città di Massa per juniores a Turano, anche perché correvo sulle strade di casa e indossavo la maglia di una squadra locale, quella del G.C. Romagnano, fu una giornata indimenticabile”.

- E da professionista nelle prime due stagioni?

“Il terzo posto nel Trofeo Matteotti a Pescara lo scorso mese di settembre. Quel giorno andavo veramente forte e nonostante una caduta ottenni un risultato finale di rilievo”.

  1. Il tuo sogno per il futuro.

“Bellissimo sarebbe poter vincere una tappa del Giro d’Italia, forse ho chiesto troppo ma ci proverò. Spero vivamente di esserci nel prossimo mese di ottobre quando si svolgerà la corsa rosa”.

- Occorre Daniel ripartire in ottima condizione.

“E’ vero per essere buoni protagonisti e meritevoli di poter disputare il Giro sarà necessario prepararsi bene, per cui occorre darci dentro con il massimo impegno”.

- Ultima domanda la sicurezza in gara.

“Sarebbe bello poterla migliorare, anche se mi rendo conto che non è facile. Il nostro è uno sport pericoloso, corriamo per strada, ogni tanto mi rendo conto che quello che facciamo non è normale, ma cerco di non pensarci, avere paura sarebbe un punto debole”.

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Massa, 8 maggio 2020 – E’ nato 23 anni a Reggio Emilia ma alzi un mano chi non lo considera toscano al cento per cento come adozione ciclistica, oltre a risiedere a Massa. Professionista alla Bardiani Csf Faizane’ di Bruno e Roberto Reverberi, Daniel Savini è alla terza stagione nei professionisti dopo i suoi trascorsi toscani nelle categorie inferiori, da juniores nella Romagnano, da under 23 una stagione nella Hopplà Petroli Firenze e una nella Maltinti Banca Cambiano. Da qualche giorno è tornato in sella, la preparazione seppur ancora individuale è ripresa, per le gare ci sarà ancora da attendere oltre due mesi.

“Purtroppo questo non è un momento felice per il movimento ciclistico, ma in generale anche sportivo, in tutto il mondo. Questo virus ci ha completamente fermato, e ovviamente ciò comporta innumerevoli problemi che non sto nemmeno ad elencare. Speriamo che la situazione si normalizzi quanto prima possibile”.

Tre anni alla Bardiani, come dire reciproca fiducia.

“Mi trovo bene, in questa squadra è come essere a casa, è una grande famiglia. Non potevo effettuare a suo tempo migliore scelta”.

E’ vero che hai la passione anche per le moto?

“Non ho rimpianti per aver scelto la bici ma se non l’avessi fatto avrei provato con le moto. Ho una grande passione per i motori, da piccolino avevo una minimoto e alle volte andavo in pista, non ero così male!”.

Quali le caratteristiche di spicco?

“Vado bene in salita, specie in quelle brevi, da qui la mia ammirazione tra i campioni per il grande Marco Pantani. Amo la discesa, dove ammiro Nibali”.

Hai avuto in carriera più di una soddisfazione.

“Tra i successi che ricordo con maggiore soddisfazione il Gp Liberazione Città di Massa per juniores a Turano, anche perché correvo sulle strade di casa e indossavo la maglia di una squadra locale, quella del G.C. Romagnano, fu una giornata indimenticabile”.

E da professionista nelle prime due stagioni?

“Il terzo posto nel Trofeo Matteotti a Pescara lo scorso mese di settembre. Quel giorno andavo veramente forte e nonostante una caduta ottenni un risultato finale di rilievo”.

 Il tuo sogno per il futuro.

“Bellissimo sarebbe poter vincere una tappa del Giro d’Italia, forse ho chiesto troppo ma ci proverò. Spero vivamente di esserci nel prossimo mese di ottobre quando si svolgerà la corsa rosa”.

Occorre ripartire in ottima condizione.

“E’ vero per essere buoni protagonisti e meritevoli di poter disputare il Giro sarà necessario prepararsi bene, per cui occorre darci dentro con il massimo impegno”.

Ultima domanda: la sicurezza in gara.

“Sarebbe bello poterla migliorare, anche se mi rendo conto che non è facile. Il nostro è uno sport pericoloso, corriamo per strada, ogni tanto mi rendo conto che quello che facciamo non è normale, ma cerco di non pensarci, avere paura sarebbe un punto debole”.