
Trovarsi senza lavoro non deve essere facile per nessuno. Se poi si arriva all’età di 45 anni, dopo promesse di assunzione a tempo indeterminato, accantonato come se lo sforzo fatto fino a quel momento non venisse nemmeno considerato, il danno viene accompagnato dalla beffa. è la storia di Massimo Vignoli, ex dipendente delle Poste italiane, oggi senza uno straccio di stipendio. Storie come quelle di Vignoli sono all’ordine del giorno, ma troppo poco vengono raccontate, perché gli ultimi, molte volte, non hanno il palcoscenico che meritano.
Vignoli è pronto a fare tutto per rialzarsi: "Faccio volentieri qualsiasi lavoro, non ci sono problemi. Avere 45 anni e poco spendibile nel mondo del lavoro, ma ci provo, non mi arrendo". Due anni con Poste italiane come autista, prima a Massa, agli uffici centrali di viale Carducci, poi a Pallerone. Contratto a tempo determinato rinnovabile di anno in anno. Le tante promesse, le rassicurazioni, poi la beffa: a casa dalla settimana dopo. Come altre 400 persone in tutta Italia che hanno prestato la loro manodopera per due anni, lavorando a pieno regime anche durante la pandemia e il conseguente Lockdown, il 31 dicembre del 2021 hanno ricevuto il beneservito"
Vignoli non è rimasto con le mani in mano, si è dato da fare, ha immediatamente cercato un’altra occupazione. "Sono riuscito a ottenere un contratto con Ersu, da settembre scorso, ovvero da quando sono stato licenziato, a dicembre. Adesso sono in Naspi, ma non mi trovo a mio agio, a me piace lavorare, rendermi utile".
Vignoli non si esime dal togliersi un sassolino dalla scarpa: "Ho letto di aziende che avevano difficoltà a reperire manodopera: i lavoratori non si trovano e che addirittura non sono nemmeno disposti ad imparare un nuovo mestiere. Tutto ciò penso sia falso essendo stato io per primo ad essermi proposto a una delle aziende. La risposta? Cerchiamo solamente operai specializzati. C’era poi un bando per un posto da bibliotecario nel Comune da agosto. Che fine ha fatto? Per poi non parlare delle agenzie interinali, che stanno prendendo sempre più potere e campo. Nella nostra provincia gestiscono i rapporti di lavoro con la maggior parte delle ditte locali, dal marmo al porto, con contratti al limite della legalità, e con l’arroganza che se non ti conformi alle loro regole verrai immediatamente sostituito. Sono stanco di prendere porte in faccia o a vedermi superare da gente raccomandata. Non siamo né svogliati né vagabondi".