I residenti della Rocca sono preoccupati, vagamente disillusi ma ancora ci sperano che Villa Massoni possa tornare agli antichi splendori. Quel sogno che fa tirare su un lato della bocca e sospirare. Sì perché adesso, in vista dell’asta fissata per il 15 ottobre, si sono riaccesi i riflettori sull’imponente edificio ’addormentato’ a due passi dal centro. Negli anni scorsi i cittadini avevano formato un comitato e attuato iniziative per promuoverne il recupero, lo ricorda Carlo Vignali nel nome della partecipazione ’dal basso’ e di altri residenti: "Era già stata segnalata la gravità della situazione ripetutamente negli anni 2012, 13, 14 e poi nel 2015 – spiega – Lo dicevo allora e lo confermo oggi, tralasciando la “storia” della Villa ormai nota ai locali storici e politici fino al declino recente con i Casonato, e ricordando che dal 1975 è “bene culturale e vincolato” con vigilanza dei sovrintendenti territoriali per le necessarie misure cautelari e preventive, interventi e obblighi conservativi, imposizione ai privati detentori della conservazione del patrimonio culturale-storico. Nulla prima è stato intrapreso perchè la Villa ritorni al suo iniziale fascino sia architettonico che ambientale con il vasto parco anch’esso abbandonato. Oggi la sua insostituibile testimonianza storica non è più preservata nè valorizzata come patrimonio culturale vincolato a favore di tutta la comunità: i precedenti tentativi di acquisizione della Villa da parte delle amministrazioni comunali hanno trovato sempre ostacoli alla cessione da parte dei privati proprietari, lasciandola nel più completo degrado, già avvenuto con il crollo di parte del tetto". Nel tempo, era stata percorsa anche la strada del censimento del Fai. "L’oriderno abbandono della Villa visibile fin dal portale di accesso in via Rocca, nonostante la sensibilizzazione con raccolta di firme negli anni precedenti fino alla partecipazione ai “Luoghi del Cuore” per la sua salvaguardia, acquisto e recupero, avrebbe dovuto spingere a intervenire per realizzare lavori di restauro e conservazione prima del crollo totale, con ulteriore sparizione di altra pubblica memoria della storia locale come avvenuto per la Villa ducale “la Cuncia”, la fornace romana di piazza Mercurio, la chiesa cattedrale di piazza Aranci – chiude Vignali – Che Villa Massoni dunque torni al suo iniziale valore e sia recuperata con funzione di centro culturale-ricreativo per tutta la cittadinanza massese. Evitando ulteriore perdita di memoria storica locale e fisica di “bene pubblico diffuso”".
I.C.C.