REDAZIONE MASSA CARRARA

Viaggio nel ’lavoro culturale’ di Bianciardi

La figlia dello scrittore racconta l’epopea intellettuale del padre in un incontro organizzato alla Biblioteca Diocesana di Massa

Ha dedicato la sua vita al “lavoro culturale“, come ha fatto il padre. Domani Luciana Bianciardi, figlia dell’intellettuale Luciano, sarà ospite del secondo appuntamento di “Pagine di autori toscani“ – lei sarà in collegamento dagli spazi della casa editrice ExCogita di Milano – domani alle 18 nella Biblioteca Diocesana in via dei Colli 2.

“Pagine di autori toscani“ è un ciclo di incontri con letture tratte da opere di quattro grandi autori nati in Toscana, organizzato da Circolo LaAV, Lettori ad alta voce di Massa insieme al Centro dal libro alla solidarietà di Massa. L’incontro sarà moderato da Silvana Cannoni con letture a cura di Maria Martino e Massimo Norti, tutti facenti parte di LaAV Massa, e prevede la partecipazione di un’ospite d’eccezione: Luciana Bianciardi, appunto. Da più di vent’anni traduce testi dall’inglese, ha ribaltato in lingua italiana autori come Joyce e Woolf e nel 1999 ha deciso di passare dall’altra parte del tavolo fondando la casa editrice ExCogita che ha da poco dato alle stampe testi di Bianciardi: “Tutto sommato. Scritti giornalistici“, poco meno d’un migliaio di articoli redatti tra il 1952 e il 1971, e Imputati tutti: “La solita zuppa”, storia esilarante di un racconto erotico e del suo processo per oscenità.

Luciana coltiva la memoria del padre e dello scrittore: "Faccio l’unica cosa che mi pare giusto fare e cioè rimettere in circolo le sue parole. Negli ultimi anni è prevalsa la leggenda dello scrittore alcolizzato eternamente con la sigaretta in bocca, ma Bianciardi era molto altro – dice – Mi piacerebbe che prima o poi venisse fuori". Nell’incontro sarà data voce a Bianciardi attraverso la lettura di pagine delle sue opere. La mission di LaAV è promuovere il valore della lettura come strumento efficace per creare condizioni di benessere nella società civile, un valore fondante del credo di Bianciardi quello della condivisione culturale collettiva. Durante il periodo della sua direzione alla Biblioteca Chelliana di Grosseto, la sua città natale, mise in piedi il Bibliobus, furgone attrezzato a biblioteca ambulante, tramite il quale raggiunse contadini, operai e minatori. Luciano Bianciardi è stato scrittore, traduttore, giornalista, bibliotecario, attivista e critico televisivo. Le sue “singolarità” potrebbero essere così declinate: anarchico totale, arrabbiato contestatore, profetico, ironico, sulfureo, un intellettuale di razza riluttante ai compromessi seppur pieno di contraddizioni. Un utopista ironico e consapevole con la capacità di prevedere le conseguenze nefaste della nascente società dei consumi, un ribelle attraverso la letteratura intesa come strumento di denuncia, presa di coscienza e militanza. Un precario esistenziale, spirito “corsaro” capace di individuare le crepe del miracolo italiano, le storture e i vizi della cultura di massa. La perdità di identità e di umanità, il precariato, l’impossibilità di integrarsi se non come ruota di un ingranaggio fagocitante: "Uomini e donne con gli occhi arsi dalla febris emitoria, che non vedono nulla, ti urtano coi gomiti, ti travolgono insieme a loro verso il bottegone. Io lo dico sempre, metteteci una catasta di libri, e accecati come sono comprerebbero anche quelli”.