Via Vandelli, dall’Emilia al mare Un viaggio tra la natura e la storia

Giulio Ferrari, viandante umanista, nel suo ultimo libro racconta i 170 km da fare a piedi in sette giorni

E’ uscito nelle librerie la “Guida alla Via Vandelli”, il nuovo volume di Giulio Ferrari della collana ’Percorsi’ che descrive e racconta i 170 km a piedi da Modena e Sassuolo a Massa. Tutto nasce quando il duca Francesco III d’Este sogna di collegare la sua Modena con Massa e il mare. Così, nel 1739, ha inizio l’impresa di Domenico Vandelli: scavalcare Appennini e Apuane per realizzare la prima grande strada dell’Illuminismo. Per farlo inventerà le isoipse, le curve di livello tuttora utilizzate in cartografia. Una storia di nobili, brillanti ingegneri, briganti e partigiani, da riscoprire in 7 giorni a piedi tra Emilia e Toscana. Attraverso borghi arroccati, paesi sommersi e montagne mozzafiato, fino al passo della Tambura, dove lo sguardo si apre sul mar Tirreno, meta di questo viaggio.

L’itinerario descritto nella guida (132 pagine) permette di partire da Modena, o da Sassuolo, e contiene tutte le informazioni utili per mettersi in cammino: la cartografia dettagliata, le altimetrie, i dislivelli, i luoghi dove dormire, la descrizione del percorso e delle località da visitare.

Giulio Ferrari, 44 anni, modenese, è nato proprio vicino alla Via Vandelli, a Montale Rangone, ha mosso lì letteralmente i suoi primi passi. Ha prestato la sua formazione di scienziato alla riscoperta e alla promozione di questa strada. Si definisce "ricercatore, umanista, forse illuminista, da qualche anno viandante". Non è il primo libro che scrive sulla Via Vandelli: nel 2018 è uscito "La Via Vandelli: antica strada, nuovo cammino" (edito da Artestampa) che raccontava il suo primo viaggio a piedi sulla strada dei monti, da solo, 9 giorni, nell’estate del 2017.

L’idea di scrivere libri sulla Via Vandelli è nata per due motivi. "Uno – dice – di carattere personale e uno storico. La Via Vandelli è sempre tornata nella mia vita: sono nato a Montale, da bambino andavo con mio padre nei paesi dell’Appennino lungo la Vandelli e su questa strada ho visto correre Pantani. Volevo percorrerla, e l’ho fatto, e ho capito che era interessante anche da un punto di vista storico: dopo le strade romane, la Vandelli fu la prima strada progettata, voluta nel Settecento dal duca Francesco III che incaricò l’ingegnere Domenico Vandelli".