FRANCESCO SCOLARO
Cronaca

Verrazzano, un piano per la bonifica

La Regione definisce inaccettabile il livello di inquinamento del suolo, della falda e del sottosuolo

di Francesco Scolaro

"E’ un rischio non accettabile dovuto all’inquinamento nei suoli superficiali come in quelli profondi". Sono queste le valutazioni tecniche alla base dell’ordinanza firmata a fine maggio da Francesco De Pasquale che imponeva nuove prescrizioni per tutta l’area oggetto di indagine di Sogesid, in gran parte viale da Verrazzano, nell’ambito dell’accordo di programma per la bonifica del Sin e Sir apuano. Un atto che prevedeva l’obbligo per i proprietari dei terreni di mantenere impermeabilizzazioni, piastrellature, asfaltature e simili o in caso di orti e giardini di assicurarsi che questi restino coperti dal manto erboso per abbattere il rischio di inalazione di polveri e ingestione delle terre. Confermava poi i divieti di coltivazione già introdotti nel 2008 per una parte più ristretta dell’area. Si era parlato sin da subito di rischio sanitario non accettabile per arsenico e piombo relativamente all’inalazione di polveri e per ingestione delle terre e contatto dermico ma adesso dalla Regione arrivano altri dettagli tecnici sulla situazione. La presenza di arsenico e piombo non è accettabile neppure per la risorsa idrica sotterranea che risulta a rischio anche per la presenza di benzo(a)pirene, veleno presente nel suolo superficiale che rappresenta un pericolo pure per inalazione o contatto. Nel suolo profondo risulta invece non accettabile il rischio per inquinamento della falda dovuto alla presenza di arsenico, cobalto, nichel, piombo e rame, così come benzo(a)antracene e benzo(a)pirene. A preoccupare è poi la presenza dei cosiddetti ‘hot spot’ individuati durante la caratterizzazione: l’analisi dello stato di contaminazione ha infatti fatto emergere nei campioni di suolo superficiale e profondo la presenza di depositi di riporto di materiali antropici di probabile origine industriale che sarebbero all’origine dell’elevato stato di inquinamento dell’area. Come intervenire soprattutto dove sono stati individuati gli hot spot? La proposta presentata alla Conferenza dei servizi di inizio maggio all’interno del documento di Sogesid è di "agire direttamente con una rimozione dell’area" tralasciando aree che sono magari impermeabilizzate o occupate da infrastrutture, scavando fino a 2 o 3 metri di profondità, andando a rimuovere circa 8.100 metri cubi di terre. Si dovranno approfondire poi le analisi per benzo(a)pirene, arsenico e piombo per stabilire altre azioni di prevenzione ed effettuare dei sopralluoghi nel giro delle prossime settimane per verificare come sono utilizzate le aree interessate dal rischio sanitario non accettabile per inalazione di polveri o composti".